Il mondo del privato sociale preoccupato per i fondi sul lavoro in carcere

 

Dal coordinamento delle associazioni del privato sociale che si occupano di lavoro e promozione della persona in carcere riceviamo e pubblichiamo un accorato appello a non abbassare la guardia sulla destinazione dei fondi governativi alle attività che si svolgono dietro le sbarre:
Cari amici,
qualcosa si sta muovendo grazie anche al piccolo grande sacrificio di tutti noi, dal primo all’ultimo senza esclusione alcuna. Tutti siamo stati utili, anche chi a tratti si è sentito impotente.
Il nostro tener duro, il nostro denunciare ha fatto sì che mai come in quest’anno, tra tanti importanti temi di dibattito sul carcere, il lavoro emergesse prepotentemente. Il nostro denunciare e portare a conoscenza a tutti i livelli della società civile il ladrocinio perpetrato poco prima di Natale, ha favorito in queste settimane una presenza costante a livello di comunicazione.

La Corte Europea ha fatto il resto, anche se in tutti noi il sentimento è stato lo stesso: ma occorreva la Corte Europea per rendersi conto di come vanno le cose a casa nostra?
Bastava chiederlo a chi nelle carceri ci entra tutti i giorni da cinque, dieci, venti o trent’anni.
Ora la cosa importante è che sul tema del lavoro l’Italia – non noi, non le cooperative sociali – è ritornata in campo per tentare di rigiocare la sua partita.
Va dato atto alla tenacia del ministro Paola Severino. Aveva promesso che non avrebbe mollato: promessa mantenuta. Aveva detto che avrebbe dato battaglia fino all’ultimo e lo ha fatto. Sciolte le Camere poteva fare le valige, ma per fortuna non è stato così.

Ma dobbiamo stare attenti e vigili. Perché non è finita qua.
Ci spieghiamo. Su proposta del ministro Severino, il Consiglio dei ministri ha destinato tutti i 16 milioni di euro rimasti (erano originariamente 315 milioni frazionati in più voci) per il rifinanziamento della legge Smuraglia.
Oggi (11/01/13) perciò è stato elaborato un DCPM che secondo le regole vigenti deve essere trasmesso alle commissioni di Camera e Senato per la ratifica. Le due commissioni hanno venti giorni di tempo per ratificare ma – ahimè – hanno anche la facoltà, ancora una volta, di modificare nuovamente la destinazione di questi fondi. Le elezioni sono sempre più vicine ed il pericolo che si ripeta quello che è successo tra la notte del 20 e 21 dicembre non è fantascienza. Magari destinandoli a qualche obiettivo trascurato dalla spartizione precedente (evitiamo l’elenco delle voci possibili di cui abbiamo fotocopia). D’altronde noi lo sappiamo bene quanto alta sia la RECIDIVA quando non si è educati/rieducati.
Questa volta però non saranno solo gli uffici del ministero della Giustizia a sorvegliare ma con loro ci saremo tutti noi, ci sarà tutta l’Italia.
Chiediamo un aiuto a tutti, in particolare ai due presidenti delle commissioni di Camera e Senato, GIANCARLO GIORGETTI presidente della V commissione della Camera (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e ANTONIO AZZOLINI presidente della V commissione del Senato (Bilancio).

Aiutate l’Italia vigilando affinché niente di strano e inaspettato avvenga. La vostra azione di garanzia è una possibilità di bene per tutti.
Continuiamo a diffondere a 360 gradi questo documento non smettendo di comunicare e raccogliere il maggior numero possibile di adesioni e di trasmetterlo a tutti i giornali, riviste, tv, radio e siti internet.
La gente deve sapere, non stiamo difendendo niente di personale ma una possibilità di bene per tutti.
BUON LAVORO

Dopo l’ennesima grave decisione della Corte Europea Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulle condizioni delle carceri italiane, riportiamo stralci significativi della presa di posizione di Giovanna Di Rosa, componente del Consiglio Superiore della Magistratura:
«L’Europa condanna l’Italia per lo stato del carcere. E noi che cosa facciamo? L’anno scorso ci sono state tante parole e nessun fatto. Anzi c’è stato: il provvedimento assunto in sede di approvazione della legge di Stabilità che ha eliminato il finanziamento, già minimo, della legge Smuraglia, che da anni consentiva sgravi fiscali e contributivi agli imprenditori che assumono detenuti ed ex-detenuti. Per il 2013 la Direttiva del Ministero della Giustizia sul carcere fa sperare meglio. E’ scritto, sì, che si devono migliorare le condizioni detentive e ultimare il piano di edilizia carceraria, ma come? La costruzione di nuove carceri è costosa e lunga. Sono passati tanti anni da quando se ne parla e niente è accaduto. (…) Se i detenuti e gli ex detenuti avranno ancora meno lavoro, saranno ancora meno le misure alternative che il magistrato potrà concedere. Certo, la Magistratura dovrà fare sempre di più la sua parte, perché non c’è un solo detenuto in carcere che non vi sia stato collocato da un magistrato, ma certo non potrà dare misure alternative senza lavoro».

Rilanciamo con forza la denuncia dello scippo perpetrato ai fondi della legge Smuraglia da parte del Senato di uno Stato italiano che, secondo le normative vigenti, dall’articolo 27 della Costituzione in giù, instaura con il condannato un rapporto giuridico per il quale si assume il preciso dovere di assicurargli il lavoro come elemento fondamentale del trattamento nell’esecuzione della pena, al fine di rieducarlo e reinserirlo nella società.
Continuiamo a diffondere la presente denuncia e invitare tutti ad aderirvi.
Si può inviare l’adesione al seguente indirizzo mail: [email protected].