La Corce Verde di Padova massacrata dalla lentezza nei pagamenti della Regione (e il presidente/candidato non può certo dirlo per non indispettire Zaia)

 

Kafkiana la situazione della Croce Verde, al limite del ridicolo la lamentela del presidente/candidato che si lamenta contro la stessa Regione che sostiene. Accade a Padova e ci sarebbe da ridere se di mezzo non ci fosse una istituzione che ha più di 100 anni, fondamentale per la salute dei padovani. Il presidente della Croce Verde è indicato asetticamente “l’avvocato Carlo Bermone”. Lo conosco bene, è una brava persona, ma siccome lo conosco bene mi ricordo anche che era candidato con Forza Italia alle ultime comunali a sostegno di Massimo Bitonci. E proprio quella appartenenza è stato un asset decisivo per la sua elezione a presidente della Pia Opera Croce Verde di Padova. Ora Bermone si scaglia contro l’Usl 16. Cioè la Regione. Queste le prime righe dell’articolo del Mattino di Padova.
«Se non arriveranno i soldi entro venerdì l’attività dei 38 mezzi della Croce Verde si fermerà: non abbiamo neanche i fondi per la benzina». Un ultimatum, una protesta e un grido d’allarme quello del presidente della «Pia opera» di via Nazareth, l’avvocato Carlo Bermone. In pratica le casse della Croce Verde sono drammaticamente vuote e la colpa sarebbe del credito di 900 mila euro che l’associazione vanta dall’Usl 16. Si tratta di fatture non pagate, alcune risalenti addirittura al 2010. A rischio ci sono i 40 dipendenti dell’associazione, più altri 40 che sono dipendenti di una società collegata la «Croce Verde servizi» di Adria.