Ascom Padova pungola il governo “Meno tasse per più spesa interna”

 

“Se vogliamo più crescita dobbiamo ridurre la spesa pubblica. E il governo, per essere credibile sulla riduzione delle tasse, deve contribuire in misura determinante a ridurla questa benedetta spesa pubblica”.
Il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin ha partecipato col direttore generale Federico Barbierato ai lavori del convegno “Meno tasse meno spesa, binomio della ripresa” svoltosi questa mattina a Roma presso la sede nazionale di Confcommercio e nel corso del quale sono stati presentati i risultati del Rapporto dell’Ufficio Studi Confcommercio “La spesa pubblica locale” alla presenza del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
“Il convegno – ha proseguito Bertin – ha avuto il pregio di dire che “il re è nudo” nel senso che ha certificato ciò di cui tutti siamo convinti, ovvero che è di vitale importanza per il nostro Paese riportare la spesa pubblica sotto controllo”.
Operazione più facile a dirsi che a farsi visto che le uscite complessive delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute di poco più di 6 miliardi, passando dal 50,8% al 51,1% in termini di incidenza sul Pil.
Se si sposta poi il dettaglio sulla spesa delle Regioni, si scopre che quella con la minore spesa pro capite in assoluto (2.475 euro) è la Puglia, seguita dalla Lombardia (2.579 euro), dalla Campania (2.676 euro) e dal Veneto (2.738), mentre la spesa massima è appannaggio della Valle d’Aosta (6.943 euro), che precede Trentino Alto Adige, Sardegna e Friuli – Venezia Giulia.
“Stabilito – continua Bertin – che le Regioni a statuto speciale godono di privilegi determinati dalla Costituzione (e dunque difficilmente modificabili), risulta evidente che anche la stessa divisione per regione rischi di essere improduttiva. Infatti, le tre Regioni a statuto ordinario più piccole, Umbria, Molise e Basilicata, presentano una spesa pro capite (3.137 euro) del 5,8% superiore alla media. Questo significa che le economie di scala non sono un optional ma una necessità: maggiore è la popolazione servita, minore è il costo pro capite”.
Dunque si può risparmiare. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio ai livelli attuali dei servizi pubblici si potrebbero risparmiare più di 74 miliardi di euro, pari al 42% del totale nazionale. In altre parole, se si potessero replicare dappertutto i prezzi della Lombardia i servizi pubblici locali in Italia potrebbero costare 102,3 miliardi di euro contro gli oltre 174.
“Un esercizio teorico – conclude il presidente dell’Ascom – visto che le economie di scala non sono possibili dappertutto (si pensi solo ai costi dei servizi in montagna rispetto alla pianura) ma un 70% di spesa in più potrebbe senz’altro essere ridotto. In subordine, ma per noi veneti non tanto in subordine, dovrebbe intervenire un sistema premiale per cui a spese virtuose dovrebbero corrispondere anche altrettanti riconoscimenti. Invece scopriamo ad ogni piè sospinto che più i veneti sono virtuosi e più gli vengono sottratte risorse!”