Padova e la fiera delle occasioni perdute: persa Bike Expo, la Fiera della Parole e la biennale d’Architettura rimane l’happy meal

 

Poteva essere un fine settimana straordinario a Padova quello appena passato. Venerdì Elia Viviani avrebbe potuto inaugurare l’edizione padovana di Bike expo, la fiera della bicicletta fatta nascere a Padova da Paolo Coin, Patrizia Piu, Ivana Ruppi e Denise Muraro. E invece le migliaia di visitatori (60mila biglietti staccati al botteghino di Verona, perchè a differenza della fieretta di Galzignano, quella veronese era pure a pagamento) è migrata lungo l’Adige. Nel silenzio della’mministrazione comunale che anzi pare abbia favorito l’arrivo in Fiera di GiPlanet, società con sede legale a Cittadella e operativa a Piove di Sacco, che subentra a GLEvents. Risultato immediato? I tanto vituperati francesi pagavano 1 milione e 800mila euro di affitto all’anno a Fiera immobiliare. I cittadellesi con sede operativa a Piove di Sacco, forse pagheranno un terzo della somma garantita dai francesi, in più, a quanto si apprende dalla stampa, con una operazione a debito tramite l’emissione di bond.
Niente fiera delle biciclette, anzi una fiera che perse circa un milione di introiti immobiliari, per non parlare dell’indotto evaporato con le manifestazioni che migrano a Verona e mezze tacche al loro posto realizzate a Galzignano (!). Gli albergatori e ristoratori della zona sanno di cosa stiamo parlando.
E allora uno avrebbe potuto consolarsi dello scippo e dell’azione suicida compiuta sulla fiera con una passeggiata in centro, e con le tante iniziative culturali oragnizzate da Bruna Coscia e i suoi collaboratori per una nuova edizione della Fiera delle Parole. Peccato che la fiera autunnale che a Padova richiamava migliaia di persone e faceva il tutto esaurito a palazzo della Ragione e al San Gaetano sia in corso a Montegrotto. A Padova si aspetta di vedere quale edizione partorirà Vittorio Sgarbi, già costato alle casse del Comune di Padova e dei suoi partner 184mila euro per esporre come fossero delle opere d’arte di livello mondiale delle tele che fino all’altro giorno erano esposte nell’anticamera dell’ufficio del sindaco.
Sul liston si sarebbe potuta ammirare la grande struttura di legno che raccontava le ultime ispirazioni dei migliori architetti mondiali. si sarebbe appunto, tenere a Padova l’edizione 2016/17 della biennale d’arte Barbara Cappochin che ha reso Padova capitale dell’architettura contemporanea con mostre del calibro di quella di Zaha Hadid e Renzo Piano (solo per fare due nomi e dare un dato, la mostra di Renzo Piano portò a Padova quasi 40mila visitatori).
E invece niente anche qui, a beneficio di Cortina sacrificato tutto in nome di una furia iconoclasta che lascia solo macerie.
C’erano un po’ di bancarelle in piazza e un palco sotto l’orologio. In piazza della Frutta lo stand più grande era quello dell’Happy meal di McDonald’s. Una Padova da fast food, in cui la città discute di uno stadio nuovo da minimo otto milioni di euro, per una squadra sull’orlo dei play out di Lega Pro, mentre, solo per dare un altro dato, in una città in cui gli over 75 che vivono da soli sono oltre 10mila, sono stati tagliati in un anno tremila pasti a domicilio per i pensionati in maggiore difficoltà e quasi due milioni che venivano destinati all’istruzione primaria non ci sono più.

 

Alberto Gottardo

 

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