Nuovo ospedale di Padova: le ombre di faccendieri, affari sporchi e un’inchiesta della Guardia di Finanza ingarbuglia la “soluzione Bitonci”

 

Si fanno sempre più agitate le acque attorno allo spostamento del nuovo ospedale di Padova verso Padova Est. La decisione, presa dal sindaco Massimo Bitonci, all’indomani di una campagna elettorale vinta anche sul tema della realizzazione del nuovo ospedale sul vecchio sito di via Giustiniani, ora è al vaglio anche della Procura che sul pasticciaccio brutto brutto, ha aperto un fascicolo di inchiesta. E già due consiglieri comunali sono stati sentiti come persone informate sui fatti. Da capire se corrisponderà a verità il fascicolo secondo cui faccendieri collegati alla cricca che gravitava attorno agli affari della ricostruzione de L’Aquila, ebbero informazioni privilegiate a riguardo dello spostamento a est del nuovo ospedale, individuato a ovest da un accordo di programma tra Regione, azienda ospedaliera, Comune e Provincia a ovest. Nei mesi scorsi era emersa la circostanza secondo cui una delle persone collegabili alla cricca degli affari tra l’opaco e lo sporco delle famose risate al telefono nella notte del sisma d’Abruzzo, si accaparrò le aree dove insisterebbe il complesso ospedaliero immaginato da Bitonci & co. nel mese di agosto 2014. Mesi prima che il sindaco stesso spiazzasse tutti, per primi i suoi alleati, dicendo che l’ospedale era meglio farlo in zona Padova est.
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Questa la posizione di Padova Civica sulla vicenda:
Solo due anni fa abbiamo condotto una campagna elettorale cercando di convincere la maggior parte dei padovani che era, ed è utile tutt’oggi, dotare la citta di un nuovo ospedale, per offrire agli stessi un migliore servizio e dare alla nostra sanità una struttura adeguata al ruolo che occupa nel panorama medico/scientifico nazionale ed europeo, ed ora sorprende vedere che un parte del Pd cittadino, che votò allora per “Padova Ovest”, apre alla soluzione del “Nuovo su Vecchio”, una prospettiva scartata dalla regione di Zaia, facendoci di fatto tornare indietro di circa 10 anni!
La prospettiva di contribuire anche noi al declino verso cui la città è precipitata con questa amministrazione, non appare la cosa più logica da fare, sia per senso di responsabilità, in primis verso di essa e poi anche verso chi ci ha sostenuto.
Dare un sostegno al sindaco pro-tempore appare incomprensibile.
Ha più senso sfidarlo sul merito delle sue promesse, certificando la sua incapacità e la inettitudine.
All’artefice della guerra con tutti, da quelle interne alla sua maggioranza a quelle con tutte le altre istituzioni, che si nutre di conflitti, non servono stampelle che apparirebbero solo tattiche e finirebbero per disorientare l’opinione pubblica.

Luigi Tarzia
Direttivo Padova Civica