Babele a Nordest parte malissimo nonostante il budget da 250mila euro: sale semivuote, annullato il concerto di Gino Paoli

 

“E per fortuna che non pioveva”. La buttava sul metereologico, con una forse involontaria citazione di Frankesnstein jr, uno degli usceri di palazzo Moroni commentando ieri sera il flop della prima giornata della rassegna “Babele a Nordest” organizzata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, profumatamente retribuito assieme al proprio staff con 250mila euro. Denaro pessimamente speso, a guardare le foto postate sui social (quelle montate qui a fianco sono un collage tra quella a sala piena messa su facebook dal sindaco Massimo Bitonci, mentre le altre sono state scattate da Linda Kobal). 

Una perplessità che è stata così manifestata da uno scrittore che di festival letterari se ne intende: Ferdinando Camon. Sempre su facebook l’intellettuale padovano, fresco del premio Campiello alla carriera commenta: “Sono appena rientrato da un incontro con gli studenti del liceo classico Tito Livio di Padova, organizzato dal Festival dei Libri che si chiama Babele. Interesse degli studenti? Altissimo. Domande? Acute. Esempio: il terrorismo si può spiegare anche con la psicanalisi? La letteratura esprime l’uomo più delle altre arti? L’architettura può esprimere l’angoscia? I giovani ricordano questi incontri per tutta la vita. Costo per l’organizzazione? Zero. Nessun compenso all’oratore e nessun compenso al moderatore. Ma allora come mai il festival viene a costare un quarto di milione di euro? Non è che chi meno c’entra con la cultura, più si fa pagare? Allora varrebbe nella cultura lo stesso principio della politica: non devi esser competente, devi essere intraprendente. Chiedo sempre che le visite degli scrittori nelle scuole siano frequenti e gratuite, ma come si può se entrano in un contenitore costoso?”. Un premio Nobel , Bob Dylan, cantava “The answer my friend is blowing in the wind”. “Risposta non c’è, o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà” traduceva quel poeta di Mogol. 
E sempre a proposito di musica, mentre negli ultimi anni a Padova si sono esibiti, quando andava male, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini o Francesco De Gregori, l’annunciato concerto di Gino Paoli è stato annullato all’ultimo momento.

 

Alberto Gottardo

 

P.S.: qui sotto l’articolo del Mattino di Padova che dava conto del Festival delle Parole, traslocato per manifesta volontà dell’attuale amministrazione a Montegrotto e Abano con un busget di circa un quinto rispetto a quello di Padova.