Lilt Padova rafforza la prevenzione del tumore con due nuovi mammografi di nuova generazione donati all’ambulatorio di Albignasego

 

Un mammografo digitale con tomosintesi e un ecografo con funzione di Elastosonografia. Sono i due strumenti di rontiera della diagnostica per immagini donati alla Lilt di Padova e messi in funzione nella sede Lilt di Albignasego dalla sinergia tra la raccolta fondi dei volontari della Lega italiana per la lotta contro i tumori e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il contributo anche della Fondazione antonveneta.
“Un paio di settimane fa abbiamo celebrato l’annuale spettacolo di beneficienza al teatro Verdi – ha ricordato il presidente di Lilt Padova Dino Tabacchi – è con eventi del genere che si finanziano le nuove dotazioni diagnostiche che sono un anello importante della prevenzione, fatta anche della cultura di sottoporsi con regolarità alle mammografie e divulgare stili di vita sani”. Attività che fanno i circa 400 volontari Lilt che ogni anno raggiungono i risultati, spesso ambiziosi, che l’associazione si prefigge a inizio stagione.
Tra quelli ormai consolidati, quello di cancellare di fatto il termine “inguaribile” dal tumore al seno.
Ha spiegato infatti Donato Nitti, vicepresidente di Lilt e direttore del dipartimento di Scienze chirurgiche Oncologiche e Gastroenterologiche dell’Azienda ospedaliera di Padova: “Possiamo affermare che il 99 per cento delle donne a cui viene diagnosticata l’insorgenza di un tumore sotto il mezzo centimetro di lunghezza sopravvive a 5 anni dalla diagnosi. Un grande successo fatto anche dall’utilizzo di macchinari come questi che permettono di indagare anche lesioni molto piccole, quindi appena insorte”. A rappresentare la fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo è intervenuta Silvana Bortolami, consigliere generale della fondazione che ha ribadito come a una realtà come Lilt occorra fare i complimenti perchè “Lilt è stata antesignana come istituzione sussidiaria rispetto alle esigenze del territorio; un organismo che si è costituito in maniera autonoma e coniuga da un lato professionalità elevata, dall’altro un atteggiamento innovativo nel contesto padovano, ovvero un rapporto importante con azienda ospedaliera e Istituto oncologico veneto”. Presente all’incontro con la stampa anche il direttore generale di Fondazione Antonveneta Bruno Bianchi.
A spiegare l’impatto della nuova dotazione tecnologica conseguente alla messa in funzione dei due nuovi macchinari, è stato il dottore Alberto Marchet, medico chirurgo e responsabile sanitario di Lilt Padova.
“L’acquisto del macchinario e l’ecografo nuovo acquistato in contemporanea portano un miglioramento qualitativo della diagnosi, che si ottiene attraverso il miglioramento della metodica evidenziando meglio i noduli che si “autocolorano” verso il blu, mentre il nodulo benigno si differnzia con il giallo/verde – ha spiegato il direttore sanitario – il mammografo 3d aggiunge alle due dimensioni la dimensione della profondità, attraverso dei software molto sofisticati: evidenziano le lesioni nelle mammelle molto dense che sono più difficili da indagare”.
Un passo in avanti nella diagnosi precoce della malattia e nella possibilità di effettuare screening accurati anche su donne relativamente giovani, il cui tasso di incidenza della malattia sul totale delle donne malate sta aumentando negli ultimi anni. E’ bene ricordare infatti che la prevenzione va fatta sin dall’età pre menopausa: su 100 donne a campione infatti in 20 casi il tuore al seno insorge tra i 40 e 50, in un caso su due tra i 50 e 70 anni.
Per maggiori info www.liltpadova.it