Inquinamento a Monselice? Cementi Zillo si difende dalle accuse

 

Con riferimento ai numerosi articoli di stampa pubblicati negli ultimi giorni dalle principali testate locali, la Società Cementeria di Monselice S.p.A. tiene a precisare che ha sempre operato nel pieno rispetto di tutte le normative ambientali e che nessuna violazione è mai stata commessa durante la gestione da parte della famiglia Zillo; inoltre, essendo lo stabilimento di Monselice (unico in Italia) dotato della più prestigiosa certificazione ambientale (ovvero EMAS), ha la massima apertura e trasparenza nei confronti degli Enti deputati al controllo.

Con riguardo alla vicenda di cui trattasi, va evidenziato che, nel luglio 2016, la Società comunicava alla competente Provincia la progettata modifica – c.d non sostanziale – dell’impianto produttivo, modifica consistente nella parziale sostituzione dei combustibili fossili già autorizzati nell’impianto di cottura del clinker, ovvero Petcoke e carbone fossile, con il nuovo combustibile definito CSS-C (ovvero Combustibile Solido Secondario prodotto).
Tale combustibile, in base al Decreto Ministeriale n. 22/2013, viene classificato come “NON rifiuto” in quanto, sulla scorta degli approfondimenti ministeriali che hanno portato all’approvazione del decreto appena citato, la combustione dello stesso, negli impianti industriali per la produzione del cemento, non comporta effetti negativi e non arreca danno alla salute umana e all’ambiente.
La predetta comunicazione di modifica dei combustibili ha ottenuto i pareri favorevoli di due Commissioni Tecniche della Provincia di Padova che hanno confermato la non sostanzialità della modifica stessa in quanto – sia per le caratteristiche che il CSS-C deve avere per essere conforme al Decreto Ministeriale 22/2103 che per le valutazioni tecniche complessive svolte in fase istruttoria sulla modifica programmata – non comporta effetti negativi e significativi sull’ambiente, soprattutto in termini delle emissioni in atmosfera.

Da quanto emerso nelle testate giornalistiche, la problematica denunciata è circoscritta al quantitativo di cloro contenuto nei due combustibili, associando (erroneamente) il contenuto di cloro medesimo alle emissioni di inquinanti in aria e, pertanto, sempre da quanto si asserisce, la comunicazione di modifica non sostanziale sarebbe totalmente inficiata e non credibile.
In realtà tutti gli studi scientifici più accreditati su questa tematica, puntualmente citati nella documentazione prodotta dalla Società ed allegata al progetto, hanno sempre sostenuto che il quantitativo di cloro immesso nel forno di cottura è ininfluente rispetto alla quantità e qualità delle emissioni a seguito della combustione, poiché il tipo di forno da cemento utilizzato dalla Società e le elevatissime temperature consentono una distruzione termica pressoché completa di varie sostanze nocive tra cui diossine e furani. Il cloro introdotto nel processo produttivo del cemento attraverso materie prime (in particolare argilla) e combustibili rappresenta esclusivamente un parametro di processo che non comporta alterazione ambientale con riferimento alle emissioni in atmosfera (principio peraltro marcatamente definito nel Decreto Ministeriale stesso).

Tutto quanto appena descritto, era già stato allegato ed era chiaramente evincibile dalla comunicazione di modifica non sostanziale e, altresì, veniva espressamente ribadito dalla Società medesima alla Provincia di Padova in data 16 novembre 2016, specificando, in particolare, che le immissioni in atmosfera delle diossine non sono influenzate dal tipo di combustibile e, quindi, dalla percentuale di cloro presente nel combustibile utilizzato (che sia CSS-combustibile o Pet-coke).
Quanto sopra è supportato da numerosi studi scientifici e da consolidate esperienze pratiche presso i maggiori impianti italiani ed esteri che utilizzano combustibili alternativi.
In particolare, la Società ha inteso allineare il proprio processo produttivo allo standard consolidato da almeno 15 anni nei paesi del Centro e Nord Europa in cui l’uso dei combustibili alternativi è senza dubbio una prassi sicura e ambientalmente sostenibile, non senza ricordare inoltre che questa iniziativa soddisfa le migliori finalità indicate anche dalla normativa europea, sia nell’ottica dell’economia circolare che del contenimento dell’emissione di gas serra.

Da ultimo, ma non meno importante, la Società ha da sempre, con forza, prestato la massima attenzione alla salute, alla salubrità e alla sicurezza dell’ambiente di lavoro, tanto che, proprio con riferimento all’implementazione del nuovo combustibile CSS-C in parziale sostituzione del pet-cooke e carbon fossile, in data 07 novembre 2016, la Società stessa ha siglato un “Protocollo per la sostenibilità ambientale della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori” della Cementeria di Monselice spa, con le organizzazioni sindacali, RSU e FENEAL UIL – FILCA CISL – FILLEA CGIL territoriali.
Spiace costatare, da ultimo, che un’iniziativa mirata soprattutto a rendere ancora più sostenibile un impianto già all’avanguardia sotto il profilo della compatibilità ambientale, sia stata oggetto di una strumentalizzazione politica feroce e ingiusta che, oltre ad aver generato dannosi e faziosi allarmismi, ha screditato l’operato di un’Azienda seria che ha ricevuto, ma anche dato tanto, al territorio dove è nata e si è sviluppata.

Certa del proprio buon operato, la Società ha già manifestato alle competenti Autorità la propria disponibilità alla più ampia collaborazione per fugare qualsiasi dubbio o perplessità sulla vicenda. Infine, la Cementeria di Monselice Spa non potrà comunque esimersi dall’intraprendere, nelle opportune sedi, ogni necessaria azione ai fini di salvaguardare e tutelare i propri diritti, la propria rispettabilità e la secolare storia industriale che contraddistingue il gruppo cui fa parte.

 

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