Il vescovo Cipolla parla alla città: “Spero che nessuno si senta offeso nei prossimi mesi da parole d’odio”

 

Come ogni anno la città ha ascoltato il messaggio del vescovo. Quest’anno Claudio Cipolla ha rivolto un appello diretto alla classe politica perchè cessino le parole d’odio. Si è fatta notare tra il pubblico l’assenza di esponenti del “cerchio” magico di Massimo Bitonci, ex sindaco sfiduciato a novembre dalla maggioranza dei consiglieri comunali.
Qui di seguito il testo del discorso pronunciato da monsignor Cipolla in piazza garibaldi:
Maria, l’Immacolata, ci convoca anche quest’anno ai suoi piedi, accomunati dal desiderio di renderle omaggio, quale protettrice dei tassisti, e di tutti coloro che svolgono servizi di pubblica utilità nella nostra città. La nostra devozione e la nostra fede in Maria, ci danno l’occasione per radunare qui la città e per riconoscerle un volto misericordioso: un volto che comprende istituzioni, organizzazioni, associazioni, persone, che si adoperano per gli altri. Saluto tutti con gratitudine (in particolare il Commissario dott. Michele Penta), assicurando la costante preghiera della nostra Chiesa per il bene di questa nostra città.

Oltre a chi è oggi presente per questa circostanza, il mio pensiero va a tutte le altre realtà che, silenziosamente, ogni giorno, vivono le opere di misericordia corporale e spirituale verso coloro che si trovano nel bisogno. C’è un valore immenso di pensieri, azioni, risorse, gesti, sguardi, che si muove nella città, e che forse fa fatica ad entrare nelle statistiche economiche e nelle considerazioni politiche. Penso ad esempio alle quasi 2000 associazioni di volontariato operanti in città. Dobbiamo raccontare questo bene, dobbiamo dire che questa città è una città solidale, che molta parte della sua ricchezza, anche materiale, proviene dall’azione silenziosa di tante persone che vivono la carità. Percepire i sussurri è vera arte di chi è chiamato ad ascoltare. I sussurri sono quelli dei deboli e dei fragili; si tratta di sussurri tra loro diversi, ma sono espressione di chi non ha più energia e si trova allo stremo delle forze. Quanti ministri di carità e di prossimità; quanti volontari, uomini e donne di buona volontà, stanno facendo tanto bene, raccolgono i sussurri dei sofferenti che altrimenti restano inascoltati.
Raccontare il bene che questa città già sta vivendo: forse è proprio ciò che oggi un po’ ci manca.

Su questo vorrei condividere con tutti voi e con la città un pensiero.
Maria, cui oggi rendiamo omaggio, ha saputo dire il bene. Pensiamo al suo atteggiamento di fronte agli eventi che capitavano: ella ha avuto uno sguardo capace di cogliere il bene; ha saputo fare silenzio per custodirlo e meditarlo nel cuore; e quando ha parlato ha usato parole di lode e benedizione – pensiamo al Magnificat: un canto al bene compiuto da Dio nella storia degli uomini! Maria ha benedetto Dio! Cioè ha parlato bene di Lui e di come si è manifestato nella vita sua e del popolo di cui faceva parte.
Maria ci consegna un modo di raccontare e di parlare della storia e degli avvenimenti: parole misurate; parole di benedizione; parole grate e riconoscenti; parole veritiere; parole rispettose mai esagerate e violente.

La costruzione di una comunità pacificata parte anche da qui: dall’uso che facciamo delle parole!
Da come raccontiamo ciò che accade; da come esprimiamo la nostra diversità di idee politiche; dal credito che diamo alle parole degli altri; dai metodi che usiamo per convincere l’altro delle nostre ragioni; da come cerchiamo il consenso; da quanto le nostre parole sono capaci di esaltare sempre la dignità di ogni persona, e di non offendere, non umiliare, non generalizzare, non giudicare, non discriminare.
Noi oggi siamo qui a benedire Dio come città, e a benedire la città a nome di Dio, a “dire il bene” della nostra città portando volume e visibilità a ciò di cui Padova è capace. La benedizione e la protezione di Maria sul nostro lavoro e sul nostro impegno civile è il contesto per chiedere a Maria di ispirare anche lo stile delle nostre parole, di quelle private e di quelle pubbliche, di quelle dei discorsi tra amici e di quelle dei discorsi politici, di quelle che vogliono convincere e di quelle che vogliono discernere; di quelle che vogliono raccontare il bene fatto e di quelle che vogliono denunciare i mali che ostacolano il bene comune.
Ne diremo tante di parole pubbliche e private sulla nostra città nei mesi che verranno… Che nessuno possa mai sentirsi offeso, o scandalizzato, o umiliato, o stigmatizzato, o odiato, dalle nostre parole.
Con questo augurio che diventa preghiera auguro a ciascuno di voi e alla città di essere accompagnati da Maria ad accogliere nella nostra attuale storia cittadina il RE della PACE.