“Il piano del commercio dell’ex sindaco Bitonci silurato dal Tar? Costerebbe 7000 posti di lavoro”. L’analisi dell’Ascom di Padova

 

Se l’errore dell’amministrazione Bitonci che ha portato il Tar del Veneto ad annullare il Piano del Commercio del Comune di Padova e le varianti urbanistiche collegate dovesse consentire l’apertura di tutti gli ipotizzati centri commerciali che hanno fatto o che potrebbero fare richiesta, per il commercio padovano sarebbe il de profundis.
“Secondo uno studio di Mediobanca – attacca il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – mille metri quadrati di grande superficie di vendita richiedono la presenza di 30 lavoratori. Se ipotizziamo (e lo facciamo per difetto), che tutte le potenziali nuove strutture possano raggiungere la cifra di 100 mila metri quadrati, significherebbe che queste occuperebbero 3mila persone. Peccato però che uno studio di Confcommercio dica che, nell’arco di tre/cinque anni, i posti che si perdono, tra dipendenti e titolari di piccoli negozi costretti a chiudere, sono in numero dalle tre alle quattro volte superiori. In altre parole: almeno 10mila posti persi dunque un saldo negativo di 7mila posti senza considerare tutti gli altri problemi connessi alla desertificazione e, a seguire, al degrado e all’aumento della grande e piccola criminalità delle aree che verrebbero investite da questo tsunami causato da un “semplice” errore”.
Ovviamente all’Ascom faranno di tutto perché questo non avvenga anche se non intendono minimamente rinunciare ad andare in fondo alla questione e a ribadire che l’errore c’è stato e la responsabilità è precisa. Costi quel che costi.
“Si è parlato di querela nei miei riguardi. Se arriverà, vorrà dire che ci difenderemo. D’altra parte, ogni volta che abbiamo contrastato la nascita di nuovi centri commerciali, le querele ci sono state promesse ed in un caso la querela ci è anche stata effettivamente recapitata per poi essere archiviata: portava la firma del famoso sindaco di Abano Terme, oggi non più in carica”.
Patrizio Bertin non si scompone. Di fronte all’ipotesi di querela, adombrata sulla stampa dall’ex sindaco Bitonci, ripercorre la storia dell’Ascom degli ultimi anni, una storia costellata di azioni contro l’apertura di nuove grandi strutture di vendita.
“Era 27 ottobre del 2009 – snocciola i dati il presidente dell’Ascom – e abbiamo manifestato al consiglio comunale di Due Carrare. In precedenza, già nel 2006, eravamo tra i promotori di un’assemblea di commercianti del Veneto indetta a Dolo per contrastare la nascita di Veneto City, mentre il 20 gennaio del 2009, sotto la pioggia, abbiamo manifestato davanti al costruendo centro commerciale di San Giorgio delle Pertiche. Il successivo 1° febbraio del 2010 abbiamo svolto un’assemblea pubblica a Mestrino, mentre l’8 luglio eravamo a Limena “armati” di vuvuzelas. Il 21 settembre del 2011 nuovamente in assemblea pubblica a Battaglia Terme per chiamare alla lotta tutti i commercianti dei comuni limitrofi a Due Carrare. Il 20 dicembre del 2012, in un’epica serata contrassegnata da uno scontro verbale durissimo dell’allora nostro presidente Fernando Zilio con l’allora sindaco di Abano Terme, abbiamo presidiato il consiglio comunale della città termale ed ad Abano abbiamo promosso una grande assemblea il 14 gennaio e poi un nuovo presidio il 19 aprile dell’anno successivo. Nel 2014 abbiamo presentato ricorso al Tar avverso alla decisione del Comune di Padova di estendere l’area commerciale, mentre il 12 maggio del 2015 siamo stati presenti in consiglio comunale a Monselice.”
Insomma: sulla contrarietà dell’Ascom ai centri commerciali c’è poco da discutere.
“Noi non facciamo politica – conclude Bertin – difendiamo solo i commercianti. Tutto il resto non ci interessa”.

Padova 3 gennaio 2017