Solidali con Max Gallob e Benjamin Bandean: in 100 davanti al carcere. La lettera di Omid Firouzi da Teheran

 

Un centinaio di attivisti del centro sociale Pedro si sono ritrovato per un’ora davanti al carcere circondariale di Padova dove da ieri all’alba si trovano Massimiliano Gallob, 36enne leader del centro sociale occupato e  Pauel Benjamin Bandean, 24 anni attivista del centro sociale Rivolta di Mestre dove figura residente, arrestato all’alba di ieri dalla Digos all’interno del festival di Radio Sherwood, in corso al parcheggio dello stadio Euganeo da cui il corteo di attivisti guidati da Luca Casarini è partito, compiendo a piedi il chilometro che separa lo stadio dal carcere.
Al microfono dell’impianto stereo che ha alternato musica a comizi degli esponenti della sinistra antagonista è stata letta anche una lettera fatta arrivare a radio Sherwood da Omid Firouzi Tabar, 29enne leader del collettivo di scienze politiche, che si trova da settimane a Teheran.
Secondo Firouzi l’intento della magistratura torinese è quello di “Colpire i “cattivi” per intimidire i “buoni”. Dividere laddove la messa in rete delle differenze aveva rappresentato un punto di forza. Produrre allarmi sociali e nemici pubblici per mistificare la realtà”.
E’ questa la strategia del governo – scrive Firouzi nella letera letta davanti al carcere da un attivista del centro sociale Pedro – per affontare una crisi economica e poltica che sta mettendo in discussione le basi stesse di una democrazia sempre più logorata, sempre più violentata, sempre più anomala”.
Al momento risulta irreperibile anche il secondo “latitante” del gruppo padovano,
Filippo Caporale, 23 anni, attivamente ricercato dalla Digos della questura di Padova.