Alluvione a Padova: il Bacchiglione e il Muson dei sassi tornano a fare paura

 

Il Bacchiglione torna a fare paura a Vicenza e preoccupare a Padova, ma non dovrebbero esserci problemi particolari, se gli argini tengono. E’ il ragionamento della protezione civile del Veneto. Il capo della Protezione civile regionale, ingegnere Mariano Carraro definisce la situazione “critica”.
«Da ieri sera piove parecchio – riferisce il tecnico – con punte che nell’alto vicentino hanno raggiunto i 50 millimetri in sole due ore».
Preoccupa soprattutto la tenuta degli argini dei fiumi interessati dalle piene di 15 giorni fa, Bacchiglione in testa.
La pedemontana vicentina, dove il maltempo sta colpendo duro, è il bacino che alimenta il fiume che attraversa nel suo corso le
città di Vicenza e Padova. Piogge ancora non eccezionali quelle di queste ore, in condizioni normali – precisa Carraro – se non
fosse che dopo la recente alluvione vanno a spingere su argini “stressati”, ancora intrisi d’acqua. Oltre a Vicenza e a Padova, aggiunge il capo della Protezione civile, è sotto osservazione continua la situazione del Frassine, nell’alta padovana, vicino
a Montagnana, i cui argini erano in condizioni drammatiche. Non c’è invece allerta, al momento, per quanto riguarda l’autostrada A4, chiusa per giorni dopo l’alluvione di inizio novembre a causa dello straripamento dell’Alpone.
La protezione civile del Veneto è in stato di massima allerta, con presidi 24 ore su 24 nelle zone più a rischio.
Oltre agli uomini della struttura, sono al lavoro lungo gli argini i volontari di protezione civile, i militari dell’esercito, gli uomini del genio civile e dei consorzi di bonifica.