Tra il muro del pianto e Cafarnao, la giornata dei padovani in palestina: racconta Jacopo Silva

 

Al “Muro del Pianto”, gli ebrei ortodossi pregano con trasporto. La preghiera deve impegnare il fedele con tutte le sue forze, per questo si muovono, appoggiano la testa su e giù al muro. Il lutto per la distruzione del Tempio più di duemila anni fa non è ancora superato, questo Popolo da sempre perseguitato trova la sua idendità nella ricerca della Terra Promessa. Non potrò dimenticare la visita notturna al Muro, le invocazioni a “Israel” dei fedeli. Hanno trovato la loro terra, sognata per secoli e pagata con il sangue, come si può pensare che la possano cedere?
Il cuore ti batte e vorresti dare loro qualsiasi cosa, hanno ragione, hanno patito di tutto per millenni, lasciateli in pace, finalmente. Poi ripensi alle parole dei volontari, mi hanno raccontato che se un malato palestinese deve essere trasferito in un ospedale spesso muore in ambulanza mentre attende per ore di passare ai checkpoint. Ore in attesa di un lasciapassare, fatelo passare, è urgente, è un bambino moribondo, niente da fare, potrebbe essere un pericoloso terrorista. Siamo qui per ascoltare, è impossibile capire.
Si parte di prima mattina, oggi ci trasferiamo a nord, in Galilea, verso il Libano, dove fino a poco fa piovevano i razzi Katiuscia.
Carri armati per le strade e checkpoint, ma la vita nei paesi e per le strade è normale.
Ci fermiamo nel deserto, l’assessore Pieruz e Padre Poiana, Rettore di Sant’Antonio, non riescono a resistere all’insistenza dei beduini: caricati sul dorso di un cammello partono per un breve giretto. Deserto, magnifiche dune da ogni parte, fino a perdere lo sguardo. Qui predicava Giovanni Battista.
Poi a Gerico, in Palestina, ancora checkpoint. Qui è  tutto verde e fiorito. I militari si irritano perché qualcuno fa fotografie, ci fermano. Ma… non qualcuno… tutti stavano scattando. Quando si riparte per sdrammatizzare si scherza e si ride, questo è proprio un bel gruppo siamo diventati tutti amici.
Ieri il rettore Milanesi ha conversato a lungo con il collega della Università di Betlemme e ci spiega che ci potrebbero essere interessanti collaborazioni.
Quando incontriamo le Autorità locali Debellini presenta sempre il gruppo secondo un rispettoso protocollo, i Sindaci Zanonato e Variati, il Presidente Casarin, il Rettore Milanesi, il Presidente della Camera Furlan, poi gli onorevoli, la Donazzan e Valdo Ruffato della Regione, Ziglio e gli imprenditori. Ma qui c’è bisogno di tutto e così spesso i nostri interlocutori riservano il benvenuto più caloroso a Panzarini, direttore della Cassa del Veneto e a Rossi Chauvenet di Veneto Banca, ai quali non mancano di chiedere un eventuale sostegno.
Pranziamo sul lago di Tiberiade, il panorama è commovente, padre Danilo Salezze direttore del Messaggero di Sant’Antonio mi spiega quante pagine del Vangelo sono ambientate qui.
Poi a Cafarnao, qui la “pesca miracolosa” e le rovine della casa di San Pietro. Qui dai primi pellegrini fino agli archeologi di oggi si lavora per ritrovare i luoghi descritti nei testi.
Mi allontano per una breve passeggiata, ammirando il lago e le rovine di una antica sinagoga con Davide Romanin Jacur, Presidente della Comunità Ebraica di Padova. Mi racconta e mi insegna, vorrei imparare di più di questa Civiltà straordinaria.
Ripartiamo che è buio e si vedono sulle Alture del Golan le luci degli insediamenti, chi non ha visto il bel film “La Sposa Siriana” qui ambientato?
Il momento più bello è ritrovarsi tutti insieme a cena: il clima è l’atmosfera sono speciali, amicizia e sorrisi, una parola di sostegno per chi è più stanco, si è creato un clima magico grazie all’impegno di chi organizza. Stefanello, Presidente della CDO prima di mettersi a tavola controlla sempre che nessuno abbia bisogno di qualsiasi cosa e che tutti siano perfettamente a loro agio, la sua serenità è contagiosa.
Qualcuno trova gustoso il caffè locale con il cardamomo, spezia saporita e quasi salata, altri preferirebbero il tradizionale espresso. Il mio parere? Questo non è un caffè, è una “ciofeca”, direbbe Totò! Ma a qualcuno piace, de gustibus non est disputandum, dicevano invece i latino. Per la cronaca: pranzo e cena sono sempre davvero prelibati: quanta palestra servirà per smaltire i chili in più?
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