Malasanità e malagiustizia: 12 anni per un risarcimento da quasi 3 milioni di euro. La gravidanza a rischio causò la morte di un neonato e la menomazione del secondo gemello

 

Due milioni e 752mila euro. E’ il risarcimento deciso dal giudice Roberto Beghini del tribunale civile di Padova a favore di una coppia di genitori padovani che dodici anni fa intentarono una causa civile e penale contro i medici che seguirono la gravidanza gemellare terminata con la morte di uno dei due neonati e gravissime menomazioni per il secondogenito. Si trattava, secondo la tesi dei genitori, della conseguenza di una gravidanza a rischio non diagnosticata per tempo e di un parto cesareo avvenuto in ritardo. Il ritardo per il pronunciamento della sentenza avvenuto solo oggi, è costato all’amministrazione giudiziaria una sanzione di 24 mila euro a titolo di danno morale per la lunghezza del procedimento. I coniugi, assistiti dall’avvocato Enrico Cornelio, avevano chiesto sei milioni e mezzo di euro di risarcimento all’Usl 15 di Camposampiero, in solido con il dottor Italo De Meo, oggi primario dei reparti di ostetricia e ginecologia dell’ospedale, la dottoressa Elena Gentile e il dottor Giorgio Pivetta, in servizio nel medesimo ospedale, nonchè la società Minos Snc che gestisce il poliambulatorio San Luca, struttura presso la quale mamma Valentina è stata seguita privatamente dal dottor De Meo nel corso della gravidanza.
Il giudice ha deciso invece che il 75 per cento della cifra dovrà essere corrisposta in solido tra la Minos Snc ed il dottor De Meo, mentre il restante quarto dei 2 milioni e 752mila euro sono a carico dell’azienda ospedaliera dell’ulss 15 assieme alla dottoressa Elena Gentile.