Muore ex carcerato: viveva in una stalla, aveva provato a scaldarsi con le braci

 

E’ morto soffocato, Francesco Amarone, 55 anni, ex carcerato napoletano della casa di reclusione di via Due Palazzi. Per riscaldare una stanza senza finestre ricavata in una stalla Amarone ieri pomeriggio aveva portato dentro la sua “camera da letto” un cumulo di braci caricate su una carriola. Ha messo a fianco al letto l’improvvisata “stufa” ed ha chiuso la porta, salutando, il contadino che lo ospitava nella vecchia casa colonica sperduta tra i campi di via Adige, in zona Sacro Cuore. Due ore dopo era morto.
In un’altra cella due metri per tre il 55enne partenopeo aveva passato più della metà della sua vita. Francesco Amarone infatti era stato uno dei “vecchi” del carcere di via Due Palazzi dove è stato trasferito alla fine degli anni ’90 per scontare una lunga condanna alla galera. Ed il carcere lo aveva cambiato: dietro le sbarre aveva imparato un po’ alla volta a lavorare. Dal 2004 lavorava come operatore al cimitero Maggiore di via Chiesanuova. Dal carcere di via Due Palazzi era uscito definitivamente con l’indulto dell’agosto del 2006: era stato il primo a varcare il cancello in virtù dello conto di pena.
«Era stato uno dei primi diplomati – spiegava ieri Nicola Boscoletto della cooperativa Giotto – ed è sempre stato uno dei nostri migliori amici. Era venuto al lavoro con un sorriso sereno. Sembra impossibile che poche ore più tardi non ci fosse più».