Findomestic: in Veneto aumentano reddito e risparmio ma permane l’insicurezza

 
Nel 2008 nel Veneto la buona dinamica occupazionale ha consentito una crescita del reddito medio pro capite del 3,8%: un dato comunque inferiore alle altre regioni del Nord Est.
Tra le province è Belluno a primeggiare con una crescita del 4,5% e un reddito pro capite di 21.338 euro, seguita da Venezia con 20.239 euro e Padova con 19.812 euro.
La spesa per consumi ha subito una riduzione in termini reali in linea con le aree del Nord Est, ma superiore a quella italiana.
Verona con Padova sono le città con il maggior acquisto di beni durevoli eccezion fatta per gli elettrodomestici bruni dove primeggia Venezia.
Sono questi i principali risultati emersi oggi nel corso della presentazione della quindicesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo dei beni durevoli in Veneto.
Nel 2008 la Regione ha risentito delle difficoltà emerse a livello nazionale evidenziando una lieve flessione dell’attività economica in linea con le regioni settentrionali. La spesa per consumi grazie alla tenuta delle esportazioni e degli investimenti fissi lordi ha riportato un calo in termini reali che è comunque meno significativo delle altre aree del Paese.
La crescita del livello occupazionale, seppur inferiore al 2007, ha evidenziato una variazione positiva del reddito medio pro capite del +3,8%, con valori che passano da 18.972 euro del 2007 ai 19.688 euro attuali.
Nel 2008 la spesa per consumi in beni durevoli ha subito un calo dell’8,9% che è superiore alla media nazionale, ma coerente con le regioni del Nord Ovest. Il 60% degli acquisti di beni durevoli si è concentrato sulle auto nuove ed usate, il 23% sui mobili ed il restante si è suddiviso tra elettrodomestici, moto e informatica domestica. Il totale dei consumi di beni durevoli è ammontato a 5.947 milioni di euro nel 2008.
Come accade per tutte le regioni italiane, il segmento che ha risentito maggiormente del calo nella spesa è stato quello delle auto e, in particolar modo, quello delle auto nuove con una variazione negativa del 18% che è lievemente maggiore del dato italiano.
La contrazione delle auto usate è stata invece in linea con il dato nazionale registrando una flessione del 5% circa. Il comparto dei motoveicoli in termini di consumi complessivi è calato del 4,8% a fronte di una diminuzione del 6,6% verificatasi nel resto del Paese.
Tra i beni per la casa i consumi di elettrodomestici bianchi e piccoli e di mobili non misurano consistenti variazioni rispetto al 2007: per i primi la spesa risulta lievemente in rialzo (0,5%), come del resto avviene nelle altre regioni italiane (0,2%); mentre per i mobili si registra una debole flessione (-0,2%). Gli elettrodomestici bruni e l’informatica sono i comparti maggiormente colpiti in termini di consumi complessivi con un calo del 7,3% per gli elettrodomestici bruni e del 10,4% per il settore informatico. E’ interessante notare che mentre la contrazione degli elettrodomestici bruni è abbastanza in linea con il dato medio italiano, la diminuzione del settore informatico supera di 5,6% il dato italico.
Tutte le province venete sono state colpite dalla contrazione degli acquisti di beni durevoli senza differenziazioni sostanziali a livello territoriale, anche se la città che ne ha risentito meno è Rovigo. Padova si colloca in seconda posizione subito alle spalle di Verona nei consumi provinciali di auto nuove e usate è prima in termini di spesa media familiare per gli acquisti di mobili e moto.
In Veneto è molto diffusa la Grande Distribuzione Organizzata anche se il numero degli ipermercati è diminuito di 1 unità (da 28 a 27). Gli ipermercati veneti si concentrano prevalentemente nelle province di Verona (7) e Venezia (5); a chiudere la classifica c’è Belluno con un solo ipermercato.
A livello più generale anche nel Veneto i maggiori timori che gli abitanti della Regione evidenziano riguardano in primis il caro prezzi, seguiti da fenomeni di criminalità e delinquenza che sono paventati soprattutto dalle famiglie con figli. Seguono gli episodi di malasanità a cui sono sensibili soprattutto i giovani. Al quarto posto si ritrova la paura di dover rinunciare all’attuale tenore di vita: un timore che riguarda le famiglie con figli e quanti percepiscono un reddito da lavoro dipendente. Segue le paura per le “ondate migratorie” e poi la sensibilità all’emergenza rifiuti.
Il sistema Paese è vissuto più come un peso che come un’opportunità per superare una crisi che si percepisce come lunga e duratura e che gli italiani pensano di poter superare basandosi soprattutto sulle proprie forze.
Gli elementi che si ritiene incidano sul budget famigliare sono l’ascesa dei prezzi dei generi alimentari, i costi inerenti la casa, le tasse, le spese per i trasporti e la salute. Le colpe maggiori si attribuiscono ai negozianti che sono visti come l’anello finale della catena e al minor numero di servizi pubblici gratuiti. Gli intervistati riconoscono una certa propensione a cattive abitudini che impediscono loro di risparmiare.
Molteplici i rimedi messi in campo per fronteggiare la crisi tra cui: taglio delle spese di tutti i giorni, riduzione delle spese per vacanze e tempo libero, la ricerca di lavori addizionali e la rateizzazione dei picchi di spesa. Proprio in quest’ultima area c’è la maggior concentrazione di persone che naviga a vista e decide giorno per giorno il da farsi: sono soprattutto coppie mature con istruzione medio bassa.