Spesa gratis: quando la carità è ostentata e garantisce un quarto d’ora di celebrità

 

Ci avevano già pensato tre anni fa: cibo gratis in piazza e ressa di persone pronte ad approfittarne. Era il 22 novembre del 2008, l’anno dopo si votava. E Massimo Pellizzari in piazza Insurrezione (la foto si riferisce a quell’iniziativa) a distribuire radicchio. Ieri mattina cambia la location, piazza Garibaldi. Un pacco di pasta, uno di zucchero, un brattolo di sugo, un litro di latte. E 250 persone in fila a fare da comparse per una nuova spettacolarizzazione della crisi. Uno spot buono per Pellizzari e per la sua ComRes, comitato dei commercianti e residenti del centro storico che si sono autotassati con l’intento di alleviare lo stato di necessità di molti padovani. L’intento è nobile, la forma no. Perchè la carita, mi insegnava don Nicola Boaretto, vecchio parroco di formazione preconciliare, si fa in silenzio e senza ostentazione. La campagna elettorale invece si fa davanti alle telecamere (clicca qui per vedere il servizio di Renato Cattapan per Antenna3 NordEst). A conti fatti una operazione vantaggiosa per tutti: i 250 che si sono messi in fila hanno racattato una busta con una spesa minima del valore di due euro e spiccioli, il ComRes ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità mediatica. Ad un prezzo più basso per altro di una inserzione a pagamento sui principali quotidiani. Un affare insomma.
Da capire dove vada a parare questa ostentazione della miseria da una parte, della carità a favore di telecamera dall’altra. Entrambe fonte di una grande tristezza.

Alberto Gottardo