Polizia a cavallo ai giardini dell’Arena: la sicurezza a quattro zampe

 

Kisfac e Dukas sono due “poliziotti” molto particolari, ed hanno debuttato ai giardini dell’Arena di Padova suscitando la curiosità ed ammirazione da parte dei padovani e dei turisti in fila per visitare la Cappella degli Scrovegni. Kisfac e Dukas infatti sono due splendidi esemplari di cavallo baio, condotti dall’assistente Gabriele Rusciano e dall’agente scelto Mario Angius, che da oggi pomeriggio hanno iniziato a pattugliare i parchi cittadini. L’idea di chiedere il trasferimento per un mese della pattuglia a cavallo solitamente in servizio a Milano è stata del questore Vincenzo Montemagno che ha organizzato di concerto con l’amministrazione comunale la trasferta della pattuglia. Moltissimi i turisti che hanno fotografato la coppia di agenti subito a loro agio tra i viali del parco dove sorgono le vestigia dell’arena romana dell’antica patavium. E Patavium equine hospital si chiama la struttura dove i due cavalli ungheresi di 9 e 10 anni di età, veterani delle ronde urbane, sono ospitati. A mettere a disposizione gratuitamente la struttura l’assessore comunale ai lavori pubblici Luisa Boldrin, che con il marito gestisce il centro di riabilitazione per gli equini. “E’ stata una decisione naturale – spiega l’assessore Boldrin – in tempi di ristrettezze economiche e di vincoli di bilancio sempre più stringenti era impossibile per l’amministrazione comunale chiedere alla questura di accollarsi anche l’ospitalità per questi due magnifici cavalli. D’altro canto con mio marito abbiamo deciso di assumerci completamente l’onore del vitto e dell’alloggio, oltre alle eventuali cure, dei due cavalli “poliziotto”, per tutto il tempo in cui rimarranno a Padova. Si è paralto di un mese: noi saremmo ben felici di averli in cittàò anche più a lungo. Credo che anche attraverso questa presenza che può sembrare pittoresca, ma mi dicono essere anche molto efficace al bisogno, si possa contribuire a mantenere sicura la nostra città specie negli angoli verdi di cui fortunatamente Padova abbonda”.