Flavio Zanonato ricorda l’amico Luigi Mariani “Un vuoto profondo a Padova”

 

Non è facile scrivere del mio amico Luigi Mariani al passato, non solo perché l’emozione è troppo forte e stringe alla gola, ma per la costanza e la tenacia con cui ha partecipato alla vita pubblica cittadina fino agli ultimi giorni, fino a quando la malattia non ha preso irrimediabilmente il sopravvento.Una delle ultime sue apparizioni pubbliche è stata al Consiglio comunale di un mese fa, in cui si è decisa l’aggregazione tra Hera e AcegasAps. Le forze ormai troppo deboli gli hanno impedito di intervenire nel dibattito, ma è rimasto fino a notte fonda, sul suo banco, a fare il suo dovere di rappresentante delle Istituzioni, a votare una delibera importante per la sua città. Si vedeva la stanchezza, la combatteva chiudendo ogni tanto gli occhi, come per raccogliere le energie necessarie a resistere fino al termine della seduta. Ci ha dimostrato, in quell’occasione e per l’ennesima volta, cosa volesse dire per lui servire la sua città, assumersi la responsabilità di una scelta difficile ma convinta, mettere l’interesse comune prima di tutto, perfino delle proprie condizioni di salute.E’ complesso ripercorre la sua vita pubblica, per la varietà dei suoi interessi, per la mole di attività svolta nell’Università, nelle Istituzioni, nella cultura, nel volontariato.Nato a Cervia il 10 luglio del 1937. Passa l’infanzia a Padova dove suo padre era direttore della Snia Viscosa. Laureato in Ingegneria elettrotecnica, ha una brillantissima carriera di ricercatore e di didatta. A 38 anni è in cattedra, controlli automatici, oggi si direbbe informatica. Dal al 75 al 92 dirige un grande centro del CNR, dall’84 al ’93 è il preside di ingegneria. Ha sempre avuto un rapporto speciale con i suoi studenti e con i suoi colleghi; quando ha svolto ruoli direttivi ha saputo far convivere la capacità di ascolto con la necessità di assumere decisioni.Il suo impegno politico istituzionale comincia nel 1995. Si candida a Sindaco e, dopo il primo turno, diamo vita insieme ad un’alleanza capace di raccogliere quasi il 60% dei consensi dei padovani, riuscendo a sconfiggere il centrodestra e a far nascere la prima amministrazione riformista della cosiddetta seconda Repubblica.

Assume il ruolo di Vicesindaco, con deleghe all’Urbanistica, all’Edilizia privata, al Personale e ai Servizi informatici. Viene confermato Consigliere comunale anche nel 1999 e poi nel 2004, quando svolge un ruolo da protagonista nella seconda vittoria del Centrosinistra alle elezioni amministrative. Nuovamente Assessore, torna ad occuparsi di Urbanistica ed Edilizia privata. Della materia diventa esperto eccellente e matura un’idea di città capace di svilupparsi senza essere “cementificata”. E’ infatti l’ideatore e il promotore di un piano regolatore che, senza bloccare il motore della crescita, decisivo per qualunque sistema economico, riduce gli indici di edificabilità facendoli rientrare nei livelli più bassi dell’intero Paese. Riesce nel difficilissimo compito di contemperare gli interessi pubblici e quelli privati. Viene attaccato brutalmente, in alcuni casi perfino minacciato da chi per denigrare il suo lavoro non esita a ricorrere alla falsità e alla violenza. Ma Gigi non è tipo che si impressiona facilmente e reagisce nel modo migliore, spiegando in Consiglio, nei dibattiti pubblici, alla stampa le sue buone ragioni. Lo fa con rigore, con cortesia, con una mitezza di carattere che non toglie nulla alla solidità delle sue convinzioni e al coraggio con cui le porta avanti. Anzi lo rende ancor più autorevole anche agli occhi di chi gli si oppone politicamente, ma lo rispetta come persona corretta e capace.Quando interviene in Comune, che sia sui banchi della Giunta o su quelli del Consiglio, si fa subito il silenzio e tutti lo ascoltano con attenzione, qualcuno preoccupato di non aver abbastanza argomenti e il necessario rigore logico per smontare i suoi ragionamenti.Viene eletto anche nel 2009, e diventa Presidente della Commissione urbanistica. E’ legatissimo al suo lavoro in Consiglio. Non salta una seduta. Avrebbe potuto assumere ruoli ben più prestigiosi (Parlamentare, Consigliere regionale), ma non li ha mai chiesti né, a mio avviso, desiderati. Gli piaceva l’operatività e la concretezza della vita amministrativa, che oltretutto gli consentiva di continuare il suo impegno universitario, mai abbandonato nonostante l’accumularsi di responsabilità e di impegni.E come se tutto questo non bastasse a riempire la giornata, e la vita, coltiva la sua incontenibile passione per il Teatro, per l’Arte, per la Musica classica. Anche in questo caso non si limita al ruolo di spettatore, ma è attivo nella Fondazione dell’Orchestra di Padova e del Veneto e in tante altre associazioni che raccolgono fondi e promuovono cultura sul territorio. Anche da qui, da questo suo interesse, nasce la convinzione e la costanza con cui si adopera per portare avanti il progetto di un nuovo Auditorium, che potrebbe far diventare Padova capitale della musica classica dell’intero Nordest. Lo fa certo come Amministratore, ma soprattutto come cittadino che vuole vedere crescere la sua città, che comprende quanto la cultura sia non solo un fattore decisivo per la qualità della convivenza ma un motore straordinario di sviluppo e di economia.Ma Gigi è ancora tante altre cose. E’ un cattolico che mette in pratica, ogni giorno, i valori in cui crede. Collabora con la Diocesi nella Fondazione Lanza e in tante altre attività della chiesa territoriale. E lo fa sopratutto nel sostegno al Cuamm – Medici con l’Africa, fondato da suo suocero Francesco Canova. E’ una realtà straordinaria del nostro territorio, una Ong che esporta solidarietà e sanità nelle aree più drammatiche del mondo. In occasione dei 60 anni dalla Fondazione del Cuamm, il Presidente Napolitano viene a Padova. Mariani non può mancare, è venuto anche a Roma qualche mese prima, quando abbiamo presentato l’associazione al Quirinale e invitato il Presidente.Mi piace ricordarlo così, con negli occhi la felicità di quei giorni, quando ha visto incontrarsi la politica, attraverso la massima istituzione repubblicana, e l’impegno civile e sociale. Insieme allo studio e all’insegnamento, sono state costanti di una vita intera, vissuta con un entusiasmo e con una generosità derivanti dalla forza con cui ha portato avanti le idee in cui credeva.Mancherà terribilmente alla moglie, alla figlia e all’amatissimo nipote ai quali era legatissimo, a tutta la sua famiglia alla quale, nonostante i suoi innumerevoli impegni, non faceva mai mancare amore, affetto, comprensione.Mancherà tanto anche a noi. Io perdo un amico insostituibile, Padova perde una persone per bene, un professore colto, un politico capace e lungimirante. Una persona rara, che non dimenticheremo.

Flavio Zanonato