Ricercatrici precarie scoprono il meccanismo della morte improvvisa

 

Ogni anno in Italia un giovane under 35 su 50mila muore per arresto cardiaco riconducibile a cardiomiopatia aritmogena come avvenuto a Piermario Morosini o ilpallavolista Vigor Bovolenta. Ora grazie all’impegno di Telethon e fondazione cassa di risparmio di Padova e Rovigo le cause genetiche di questo tipo di morti sono più chiare. Una svolta nella ricerca sulle cause proteiche e a livello di Dna della patologia della cosiddetta “morte improvvisa” l’ha data la ricerca di un gruppo di giovani ricercatrice, tutte precarie, dottoresse in ricerca di 30 anni, autrici assieme all’equipe coordinata dal professore Gaetano Thiene del dipartimento di scienze cardiologiche, toraciche e vascolari dello studio presentato oggi all’università di Padova.

I risultati del lavoro dell’equipe hanno avuto una accelerazione grazie alla equipe che ha sviluppato gli studi in genetica molecolare di sei ricercatrici coordinate dalla professoressa Alessandra Rampazzo, che assieme alle colleghe Martina Calore, Emanuela Dazzo, Marzia De Bortoli, Alessandra Lorenzon, Ilena Li Mura e Giorgia Beffagna sotto la supervisione dell’esperto di patologie cardiache Gaetano Thiene.

Indiziato numero uno quale responsabile della cardiomiopatia aritmogena è un gene codifica per la proteina “alfa-T-catenina” che ha un ruolo molto importante in un nuovo tipo di giunzione fra le cellule cardiache, denominata area composita: è la prima volta a livello mondale che si riscontrano mutazioni nella sequenza di questo gene e che sono state associate alla morte improvvisa. Il lavoro dell’equipe padovana è stato pubblicato in questi giorni dall’European Heart Journal, l’organo ufficiale della società europea di cardiologia.

“Siamo contenti che questa equipe di giovani donne produca ricerca di questo livello – spiega Gerolamo Lanfranchi, direttore del dipartimento di biologia – siamo di fronte a un periodo di difficoltà economica. In altri Paesi si punta sulla ricerca, in Italia si preferisce far erodere il fondo di finanziamento ordinario per far pagare i debiti dell’Alitalia”. Un allarme sul rischio della perdita di un patrimonio di ricerca per l’Italia e l’Europa è stato lanciato oggi durante la conferenza stampa dalla direttrice del laboratorio di genetica umana molecolare Alessandra Rampazzo.

“Difficile trovare anche laboratori all’estero – spiega la direttrice del laboratorio di genetica umana molecolare professoressa Alessandra Rampazzo – si rischia di perdere una intera generazione di ricercatori non solo in Italia ma a livello europeo. Speriamo che l’impegno di Telethon e delle fondazioni bancarie, che in questo come in altri casi è stato fondamentale per la ricerca, continui anche in un momento di crisi come questo”.