Lavoro in carcere: il messaggio del ministro Severino “Padova e’ un modello, recidiva al 2 per cento con lavoro vero”

 

“La voce del carcere non riesce ad uscire tanto fuori. Se mi fanno una domanda sulla corruzione la mia dichiarazione è sui giornali in grande evidenza. Quando parlo di carcere abbiamo poche righe e solo su alcuni. Questo vuol dire che esiste un problema di tipo culturale di attenzione a questo tema”. Lo ha detto il ministro della giustizia Paola Severino dal palco del centro congressi Papa Luciani.
“Bisogna spiegare perché il lavoro carcerario va sostenuto – ha aggiunto Paola Severino – bisogna formare una cultura nella gente. Il lavoro non è solo utilità per le aziende, è la formazione. Lavorando si impara, bisogna che qualcuno ti insegni ad utilizzare il tuo lavoro per il tuo reinserimento sociale. Inizialmente ci sono dei costi, ma poi i benefici in termini di abbassamento della recidiva e in termini sociali reali e concreti”. “Abbiamo lottato con le unghie e con i denti per ottenere questa somma proprio perché tutti crediamo e io credo profondamente e le cooperative che lavorano in questo settore credono profondamente che il lavoro carcerario rappresenti una delle strade maestre per arrivare alla risocializzazione del condannato – ha concluso il ministro Severino – Quello di Padova è un modello, il lavoro è fondamenta della nostra Repubbica e deve esserlo anche del carcere. I nostri studi – ha aggiunto il ministro Severino – che stanno per concludersi e che spero siano oggetto di un prossimo incontro dimostrano che la recidiva si abbatte a circa il 2% per i detenuti che lavorano e allora se vogliamo trovare un sistema di deflazione carceraria che sia definitivo, stabile, che consenta alla società di avvicinarsi al detenuto e al detenuto di avvicinarsi alla società questo possa avvenire attraverso il lavoro carcerario”. Sul palco del centro congressi anche Luciano Violante, ex presidente della Camera, che ha speso parole di plauso per Nicola Boscoletto, presidente del consorzio di cooperative sociali che a Padova danno lavoro a oltre 200 detenuti. “Nicola Boscoletto con il suo lavoro ci insegna la consapevolezza di sé, il modo di trasmettere i valori della vita, una maniera di essere persone “.