Inchiesta Mose: Legacoop non ci sta a criminalizzare cooperazione

 

Il coinvolgimento di taluni dirigenti e amministratori di imprese cooperative aderenti a Legacoop Veneto nelle indagini sul Mose, accanto a rappresentanti della politica, dell’imprenditoria e di diverse istituzioni pubbliche e private, pone all’Associazione un’urgente priorità: operare per tutelare la continuità aziendale di imprese che danno lavoro a numerosi soci e dipendenti. È una responsabilità che si richiama anche alla specificità di un’impresa costituita in forma cooperativa: i soci – e solo loro – sono chiamati a decidere i propri organi di direzione.
Nel ribadire il rispetto per il lavoro della Magistratura, certamente serve attendere gli sviluppi delle indagini ancora in corso e, com’è giusto in uno stato di diritto, anche rispettare l’azione di difesa degli accusati. Ma intanto, proprio in nome della tutela della continuità aziendale e dell’occupazione – e indipendentemente da quelli che saranno gli esiti finali delle inchieste – l’Associazione ha chiesto a tutte le imprese interessate di procedere per garantire la massima distinzione tra le responsabilità personali dei singoli e quelle delle imprese.

Le persone coinvolte hanno provveduto in questi ultimi giorni a dimettersi da qualsiasi organo di direzione delle loro cooperative. In particolare per quanto riguarda il CO.VE.CO (60 anni di vita, oltre 80 imprese cooperative associate), l’intero Consiglio di amministrazione ha ritenuto opportuno dimettersi. Inoltre, al presidente di Legacoop è stato chiesto di favorire una consultazione tra i suoi soci, con l’obiettivo di arrivare all’Assemblea dei soci, convocata per i prossimi giorni, con una proposta finalizzata alla gestione di una nuova fase di vita del Consorzio, attraverso la nomina di un nuovo Cda.
Nella stessa direzione si sono mosse anche altre cooperative interessate dalle vicende, ma l’associazione ha con fermezza sollecitato tutte le imprese coinvolte a procedere in tal senso. Se così non accadesse, qualora le accuse dovessero essere confermate a seguito di sentenze o patteggiamenti, l’Associazione procederà con le misure conseguenti, fino alla presentazione di richiesta di espulsione a Legacoop nazionale. «Legacoop Veneto rappresenta un panorama ricco di esperienze di cooperazione e di solidarietà che fanno della legalità il proprio punto fermo – sottolinea Rizzi -: la strada per tutti è dunque obbligata».
«Siamo di fronte a una società gravemente malata nel suo complesso, come ci mostrano i comportamenti, individuali e non, di chi interpreta in modo scellerato il rapporto tra imprese e istituzioni, tra imprese e politica – conclude il presidente -. Ma sono convinto che la società ha al suo stesso interno le forze e le risorse per curarsi, e che la cooperazione, parte fondamentale dell’economia di questa regione e del nostro Paese, avrà un ruolo essenziale in questo compito di rinnovamento e di cambiamento».