Giancarlo Galan annuncia: “Lascio la politica, non scappero’ all’estero”

 

Apertura di prima pagina del Mattino di Padova per l’intervista concessa ieri in videochat a Daniele Ferrazza e Filippo Tosatto.
Il titolo è Galan: lascio la politica non scapperò all’estero
L’ex governatore e ministro: «Mi attende il carcere, l’angoscia è per mia figlia
Non ho tesori in banca. L’acquisto del 7% di Adria Infrastrutture? Un errore»

PADOVA Investito dal ciclone giudiziario del Mose, e in attesa che alla Camera la giunta per le autorizzazioni si pronunci sulla richiesta d’arresto avanzata nei suoi confronti dal giudice di Venezia, il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, già ministro e presidente della Regione Veneto, ha accettato di partecipare ad una video-intervista in redazione. Lei è accusato di corruzione perché avrebbe ricevuto in più occasioni denaro dal Consorzio Venezia Nuova tra 2005 e 2011. Lo riferiscono, a vario titolo, Giovanni Mazzacurati, Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo. Secondo la Procura si trattava di «stipendi» per agevolare l’iter del Mose e favorire alcune imprese. Onorevole Galan, lei è un corrotto? «No, non lo sono. Non ho mai chiesto né ricevuto un soldo da un imprenditore in cambio di qualcosa e nessuno può affermare il contrario. D’altronde, neppure Baita, Mazzacurati e Minutillo sostengono di avermi consegnato denaro». Mazzacurati, però, la chiama in causa dichiarando ai magistrati che lei ha ricevuto 900 mila euro di tangenti. «La vaghezza e l’inconsistenza delle sue accuse è sconcertante. Che delusione. All’ingegnere Mazzacurati il fato aveva assegnato la paternità dell’opera idraulica più importante nella storia e lui si è ridotto a cincischiare bugie. È evidente che ha qualcosa da occultare, che ad un certo punto ha avuto bisogno di quattrini». E Baita? Quand’è finito in carcere lei l’ha definito un eccellente professionista. «Lo confermo. Tecnicamente molto bravo ma dotato di un cinismo senza limiti. Ha sbagliato perfino le date. Dice che avrei ricevuto soldi quattro anni dopo aver espresso un parere favorevole alle dighe foranee, come se non sapesse che il Mose è un’opera dello Stato, dove le decisioni sono sempre state assunte a Roma mentre Regione ed enti locali non contavano nulla. Chi può credere a sciocchezze del genere?».

Il resto dell’intervista nell’edizione in edicola oggi del Mattino di Padova. Video dell’intervista su www.mattinopadova.it