Autobus e tram a Padova: la lettera aperta di una giovane padovana all’assessore a viabilità e trasporti

 

Gentile assessore,
le scrivo qui perché non sono un’esperta di comitati e petizioni. Però sono un’esperta di autobus perché, non avendo l’auto, mi muovo solo con quelli. Quando all’Arcella c’erano il 16 e il 22 andava tutto bene, ero soddisfatta del mio abbonamento annuale e mi congratulavo mentalmente con Apsholding. Poi tolgono il 16, pensando, razionalmente, che tanto c’è il tram. Questo lo può pensare logicamente uno che il tram non lo prende, quindi mi sono sentita di scriverle. Il tram, di per sé, sarebbe ottimo. Ti porta quasi ovunque, è veloce, è puntuale. Questo in teoria. Perché in pratica i guasti sono frequentissimi, e sul tram non si può contare quando si hanno degli orari fissi (quando devo vedere dei clienti io vado SEMPRE a piedi). Certo, dirà lei, c’è il servizio sostitutivo. Peccato che è un carro bestiame. Peccato che, una volta che era completamente pieno (ma lo è sempre) l’autista abbia aperto la porta e il mio piede ci sia rimasto incastrato dentro per quasi 30 secondi, perché evidentemente il bus era troppo pieno perché l’autista sentisse le mie urla. Morale: caviglia slogata, sandali gioiello da buttare, un cliente perso per i 10 giorni di prognosi. Questo è successo a me, ma di racconti del genere ne ho sentiti. Non serve che le dica che l’Arcella è un quartiere popolato, che andare a piedi di sera è rischioso a causa della scarsa sicurezza in zona cavalcavia, che non si può concentrare la popolazione in un tram nelle ore di punta e tantomeno su un bus del servizio sostitutivo. Io dovrei rinnovare l’abbonamento annuale il primo settembre. Ero già incerta, visto che non ho ricevuto nemmeno una telefonata da Aps in occasione del mio infortunio, ma con un’offerta del genere non lo rinnoverò: preferisco andare a piedi sul cavalcavia anche se torno tardi dal lavoro piuttosto che rischiare di perderlo per un altro infortunio. Naturalmente questo non è un suo problema, ma volevo comunque che conoscesse la situazione da chi la vive con disagio. Perché io sono giovane e posso muovermi a piedi, ma le signore di una certa età che incontravo sull’autobus magari no. E sono tante, mi creda. Quindi le chiedo: è davvero il caso di lasciare così sguarnita via Tiziano Aspetti? Grazie per il suo tempo.