L’esperienza di Officina Giotto fa scuola all’Expo di Milano

 

Ci sarà anche l’esperienza delle lavorazioni carcerarie padovane giovedì 3 settembre all’Expo, in uno dei convegni più importanti dell’intera manifestazione. Si intitola “Le 4 potenze dell’Enogastronomia Italiana” e radunerà nell’Auditorium di Palazzo Italia (con inizio alle 18.30) quindici personaggi, testimoni della bellezza, del saper fare, dell’oltrepassare il limite e della visione del futuro, accompagnati dall’autore de Il Golosario Paolo Massobrio. L’appuntamento, che fa parte dei sei grandi seminari del calendario di Padiglione Italia, è stato ideato dallo stesso Massobrio, che poi a ottobre (dal 17 al 19) animerà il più atteso “fuori Expo” dedicato all’enogastronomia italiana, con Golosaria.

Tra i relatori del seminario ci sarà anche Nicola Boscoletto, presidente di Officina Giotto, il consorzio che nella casa di reclusione di Padova promuove e coordina varie lavorazioni, tra cui la celebre Pasticceria Giotto, che coinvolgono in tutto oltre 140 detenuti. Boscoletto dovrà relazionare sulla più strana e inaspettata delle quattro “potenze”, il limite. Che anzitutto è un limite fisico, come le sbarre del carcere. Ma che può essere affrontato e diventare occasione di ripresa se non addirittura di rinascita attraverso il lavoro. «A condizione», spiega l’imprenditore sociale veneto, «che si tratti di un lavoro reale. Il lavoro è l’antidoto al non far nulla che è il vero male delle carceri italiane, ben più del sovraffollamento, oggi peraltro minore rispetto al passato. E poi ci vuole qualcuno che ti tratti per quello che sei, per quello che vali, non per gli errori che hai compiuto in passato. L’uomo, come ricorda sempre anche papa Francesco, non coincide con il suo errore».

Non si può peraltro parlare di esordio per la presenza di Giotto il 3 settembre ad Expo. Si tratta anzi di una terza volta. La prima fu il 27 maggio nel carcere di Padova con Top Food Expoerience, l’incontro con duecento imprenditori, ristoratori e buyers di 36 paesi dei cinque continenti, dall’Australia alla Cina, dal Libano alla Svezia, presenti in Italia in occasione dell’Expo e interessati alle eccellenze dell’enogastronomia e in particolare della pasticceria italiana. Lo scorso lunedì 17 agosto poi Giotto portò all’Esposizione universale i prodotti di punta, il Panettone artigianale al Fior d’Arancio dei Colli Euganei e il gelato artigianale realizzato con le materie prime delle fattorie padovane di Coldiretti. Una giornata intensissima, ospiti del Padiglione Coldiretti “No Farmers No Party”, in cui furono distribuiti oltre ottomila assaggi di panettone e gelato a un pubblico di tutte le nazioni.

Panettone e gelato sono solo alcuni dei numerosi dolci realizzati nella pasticceria del carcere di Padova, che in questi anni ha ricevuto numerosi premi (ultimo, il riconoscimento di Pasticceria dell’anno 2013 nel referendum del Gastronauta Davide Paolini) e i cui prodotti oggi sono conosciuti in tutto il mondo, al punto che in varie nazioni si guarda a Padova come esempio da una parte di imprenditoria sociale e dall’altra di eccellenza nel campo della pasticceria. Oltre a ghiottonerie di tutti i tipi, nella casa di reclusione poi si producono anche biciclette, valige, business key per la firma digitale ed è attivo un call center con oltre 60 postazioni per chiamate sia in ingresso sia in uscita.

Tornando al titolo del seminario del 3 settembre, parlare di “potenza del limite” equivale a una piccola rivoluzione copernicana: il contrario del limite inteso come elemento frenante o negativo. «Il limite», riprende Boscoletto, «accompagnato dal suo risvolto inevitabile che è l’errore, è l’elemento più importante dello progresso sociale, sia dell’uomo sia del pianeta. Pensiamo all’importanza dell’errore nel progresso scientifico. Non è che per caso tante cose oggi vanno male perché non teniamo conto di questo elemento? Nella società e nel lavoro, basta che uno sbagli per farlo fuori. E così fraintendiamo, o addirittura censuriamo, un elemento prezioso di ripresa e di sviluppo. Ha fatto bene Massobrio a proporre questa riflessione, è fondamentale non solo per il carcere ma per tutta la società».

La prima delle quattro potenze che verranno raccontate nel seminario è la bellezza e avrà come testimoni personaggi illustri quali lo chef Gualtiero Marchesi, Maurizio Riva, tra i maggiori designer italiani, e l’architetto del verde Paolo Pejrone. La seconda potenza è il saper fare tipico dell’artigianato. Ne parleranno il presidente di Euro Toques (l’associazione internazionale degli chef) Enrico Derflingher, un guru del mondo del vino quale Angelo Gaja e, come esponente di punta dell’artigianato alimentare, Massimo Spigaroli.

Il limite è la potenza più affascinante e più caratteristica dell’Italia, perché ne connota quasi tutti i prodotti, nati dalla capacità di oltrepassare gli ostacoli e immaginarsi strade dove prima non c’era nulla. Oltre a Boscoletto ne parleranno il padre della birra artigianale italiana Teo Musso, e Marina Cvetic che racconterà la storia della strada del vino in un territorio non facile come l’Abruzzo e la sua storia personale, quella di una giovane donna che pur avendo perso all’improvviso il marito è riuscita a sostenere e far crescere l’azienda. Ma ci sarà anche il neurochirurgo Vittorio A. Sironi, esperto di neurogastronomia e di neuroetica dell’Università di Milano Bicocca.

Ultima potenza, il futuro. E qui interverranno Alessandro Piana che ha appena terminato la sua serra dove cresce lo zafferano in aeroponica o Eleonora Bertolone che ha rilanciato una varietà di riso quasi dimenticata, il Rosa Marchetti. O ancora Aldo Bongiovanni, che giovanissimo ha scommesso sul mulino di famiglia e sui grani antichi combinandoli con la vendita su web, e ancora l’imprenditore Marzio Nocchi e Plinio Agostoni fondatore di ICAM che recentemente in Perù ha lanciato un progetto per permettere ai contadini di sostituire il cacao alla coca e sottrarsi così alla criminalità.