L’industria padovana chiude il 2016 con il segno più e una intonazione ottimistica

 

Il “calabrone” riprende quota sul finale del 2016 e prova a stare in volo, nonostante correnti contrarie. Nel quarto trimestre l’industria padovana accelera: la produzione aumenta su base annua del 2,6% (quinto segno più consecutivo), spinta dal balzo della domanda interna (+6,9%) e dalla sorprendente vitalità dell’export (+5,4%), sia in Ue che extra-Ue. Nella media del 2016 l’attività industriale cresce del 2,3%, il miglior risultato dal 2011. Segnali di stabilizzazione dall’occupazione. Migliora la fiducia e la propensione ad investire delle imprese, spia di una possibile ripresa degli investimenti, che risentono dell’incertezza politica (interna e internazionale) e del freno del credito, ma beneficiano degli incentivi fiscali, specie a Industria 4.0. Sono i risultati dell’indagine congiunturale realizzata da Ufficio Studi di Confindustria Padova, in collaborazione con Fondazione Nord Est, su un campione di 314 aziende.

 

Nel quarto trimestre 2016 l’indice della produzione industriale registra un aumento del +2,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, il quinto consecutivo. Nella media del 2016 la variazione stimata è del 2,3%. Con eccezione del metalmeccanico (-0,5%), la crescita è diffusa e sostenuta per il resto del manifatturiero (+4,2%), costruzioni (+3,4%) e servizi (+4) e in termini dimensionali per le imprese con meno di 10 addetti (+8,4%). La variazione positiva degli ordinativi si ferma al +1,1%, ma migliora la visibilità: scende dal 30,6 al 27,7% la quota di chi ha orizzonte di lavoro assicurato per meno di un mese, il 30,4% ha ordini per più di tre mesi. Balzo in avanti per la domanda interna, con vendite interne in aumento su base annua del 6,9% (+4,3% la media 2016) e dato segnatamente positivo per metalmeccanica (+16,2%) e imprese oltre 50 addetti (+13,1). Lo scenario mondiale tornato favorevole con scambi più intensi, traina le vendite all’estero che accelerano, con un +5,4% (+5,6% nella media 2016). Risultato corale, prodotto da una crescita che coinvolge sia le vendite in Europa (+5,9%) che extra-Ue (+4,7%).

L’indice dell’occupazione cresce su base annua del +1,1% (+0,9% la media d’anno), con dato positivo per tutti i settori (manifattura +1%, costruzioni e servizi +1,7%) e nella classe 20-49 addetti (+2,3%). Pressochè stabili i contratti a tempo indeterminato, pari al 29,2% delle nuove assunzioni, diminuisce il tempo determinato (dal 43,3 al 36,5%), sale l’interinale (34,3%).

Progressi interessanti, soprattutto perché corali e diffusi a tutti gli indici. Il rialzo del prezzo di greggio e non-oil spinge i prezzi delle materie prime, in aumento per il 30,4%. Le condizioni di offerta del credito sono invariate per il 75,1% delle imprese, con rialzo dei tassi di interesse bancari per il 12,4% (16,6 tra le micro-imprese). La liquidità aziendale è giudicata tesa dal 22,4%, si riducono gradualmente i tempi di pagamento: il 31,6% (dal 32,9) lamenta ritardi.

 

Migliora la fiducia delle imprese con previsioni moderatamente positive per il primo trimestre 2017, restano alti i rischi dell’incertezza politica. La produzione è attesa in crescita dal 28,9%, in calo dal 12,5%: saldo di opinione da +6 a +16. Ancora in recupero gli ordini interni, in aumento per il 26,1%, in calo per il 10,5 (saldo da +6 a +16). Intonata la fiducia sulla domanda estera, in aumento per il 26,5%, giù per il 7,7%. Restano prevalenti i giudizi di stabilità per l’occupazione (75,1%), il 15,8% aumenterà gli organici. Nonostante le incognite globali e l’instabilità politica, la propensione ad investire riguarda oltre 7 aziende su 10 (72,5%), spia di una possibile ripresa degli investimenti tirati dal 4.0. Il 24,9% li aumenterà, il 45,5% li manterrà stabili. Prevalgono gli investimenti in innovazione tecnologica, R&S, sostituzione di impianti.

 

«Gli indicatori congiunturali ci consegnano risultati positivi e in spinta nel quarto trimestre, tirati dal maggiore contributo della domanda interna e dal ritrovato impulso degli scambi con l’estero, che stanno spingendo Padova al nuovo record. Testimoniano la presenza di una manifattura viva e ancora competitiva. Sono segnali che occorre però rafforzare e sostenere perché la crescita è ancora inadeguata ad uscire dalla crisi, pallida rispetto ai nostri principali partner europei, con il rischio di un altro anno dello “zero virgola”. Le contorsioni della politica e le incertezze ormai quotidiane sulla durata e sull’azione del Governo avvengono quindi nel momento peggiore, proprio quando servirebbe autorevolezza nelle trattative con Bruxelles e forza politica sul piano interno per accelerare misure di risanamento e rilancio, rendendo incisiva l’azione di riforma, dalle privatizzazioni alle decontribuzioni strutturali alla concorrenza, non diluendola. Al Governo e alle forze politiche chiediamo atti di responsabilità, a tutti i livelli: di perseguire gli interessi prioritari del Paese, non quelli elettorali e di bottega, e di affrontare i nodi della crescita, debito, produttività». Così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco commenta i risultati dell’indagine congiunturale.

 

«Gli imprenditori sono pronti a rilanciare la sfida e hanno bisogno di certezze, di fiducia – dichiara Finco -. Occorre però che tutti facciano la loro parte. Lo Stato, la politica, i partiti sembrano invece vivere in una bolla che li ha staccati dalla realtà, dimenticando le priorità assolute a cui occorre dare risposte. Come la crescita, che è la precondizione per risolvere la questione del debito e per combattere disuguaglianze e povertà. Ci sono riforme da completare, potenzialità da far esplodere. Come il piano Industria 4.0 che può dare uno shock agli investimenti. Abbiamo concreti segnali da parte delle aziende. Ma per investire, oltre alla convenienza, serve anche fiducia. Ed è su questo che la politica dovrebbe lavorare».

«Non è solo questione di incentivi, ma di accompagnare i piccoli e medi a comprendere le nuove tecnologie, sviluppare nuove competenze. Su questo stiamo lavorando con l’Università per dare un supporto completo. Innovazione, formazione, conoscenza, giovani, sono assi portanti per il rilancio, a cui dobbiamo aggiungere attrattività del territorio, per assicurare quello scatto in avanti che consenta di produrre e distribuire maggior ricchezza. Il confronto per le amministrative è quindi il momento per proporre un’idea di Padova digitale e attrattiva, che metta a frutto il mix di infrastrutture e di saperi, un confronto su Interporto, Ospedale, Fiera, Università, mobilità intelligente, oltre gli slogan e le polemiche».