Abolizione dei voucher: l’Appe di Padova mette in guardia dai rischi del vuoto normativo per il lavoro temporaneo

 

Voucher, addio. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di venerdì 17 marzo 2017, ha approvato l’eliminazione totale, votando a favore dell’emendamento che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del “Jobs Act” dedicati al lavoro accessorio su “definizione e campo di applicazione”; “disciplina del lavoro accessorio” e “coordinamento informativo a fini previdenziali”.

L’emendamento prevede anche un periodo transitorio – fino al 31 dicembre 2017 – in cui si potrà continuare ad utilizzare i buoni lavoro già acquistati. Dal momento di entrata in vigore del decreto (sabato 18 marzo), i buoni lavoro non potranno più essere venduti. La maggioranza parlamentare alla fine ha scelto la soluzione più drastica per affrontare la questione dei buoni lavoro e di fatto “disinnescare” il referendum promosso dalla Cgil.

«È chiaro – dichiara il Segretario dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) Filippo Segato – che questa decisione è guidata da princìpi puramente ideologici e scelte di tipo “politico”, senza tenere in minima considerazione gli effetti negativi che avrà sulle imprese e sul mercato del lavoro».

«Il voucher – prosegue Segato – soprattutto nel settore dei pubblici esercizi, ha rappresentato un investimento sulla legalità e una soluzione alla richiesta di flessibilità per le attività occasionali difficilmente programmabili e di durata limitata, non per sfuggire alle regole, ma, al contrario, per rispettarle. Uno strumento che ha contribuito a contrastare il lavoro nero il quale di fatto, con la sua abolizione, tornerà prepotentemente in auge».

Su altri toni la dichiarazione comunque preoccupata del senatore Sntini: “Il decreto del consiglio dei ministri che abroga i voucher sul lavoro accessorio è stato reso necessario dalla radicalità del quesito referendario che non lasciava nessuna alternativa ed impediva di fatto un miglioramento ed una correzione delle norme in vigore.”. Ad intervenire è il senatore Giorgio Santini, capogruppo PD in Commissione Bilancio.

“Rimane tuttavia prioritario varare una nuova normativa che regoli il lavoro accessorio per le familgie, le associazioni e le imprese. – afferma Santini – Nuove norme che escludano il rischio del ricorso al lavoro nero e che prendano a riferimento le piu’ avanzate esperienze europee in materia.”