Quel rischio che la sinistra radicale alla fine sia la migliore alleata dell’ultra lepenista Massimo Bitonci

 

I migliori alleati di Bitonci potrebbero essere proprio quelli, almeno in teoria, ideologicamente distanti dalla sua narrazione sempre a un soffio dalla xenofobia verbale. Proprio Massimo Bitonci, quello che non dice negri, ma che sfila dietro allo striscione “basta negritudine” quello per cui tutti quelli che arrivano dall’Africa sono clandestini e potenziali contagiatori di Ebola. Massimo Bitonci è stato respinto a casa, dopo essere caduto in una notte in cui anche molti suoi consiglieri di maggioranza gli hanno voltato le spalle, da una coalizione composita fino al limite del minestrone, con dentro tutto da Maurizio Saia ex Msi fino appunto ai frequentatori del centro sociale Pedro ed all’ex assessore della giunta Zanonato Daniela Ruffini. Eppure proprio questi ultimi rischiano di dare carburante alla sua narrazione tutta incubi e suggestioni tetre. Perchè prendersi a mazzate con i poliziotti, mandandone tre al pronto soccorso serve a tutto tranne che alla causa degli italiani che nascono e crescono qui e che, siccome hanno il colore della pelle diverso dal rosa pallido, rischiano di essere trattati da stranieri a casa loro. Ci riflettano bene Daniela Ruffini e gli altri pasionari a parole di cause che rischiano di danneggiare irrimediabilmente: certe politiche radicali rischiano di radicalizzare il razzismo in città, quel carburante di cui quelli come Bitonci si nutrono elettoralmente a piene mani.

 

Alberto Gottardo