Massimo Bitonci è passato dalle urla al silenzio sui profughi. Ora la gran cassa è sul presepe. L’analisi di Nereo Tiso

 

Il dramma profughi o richiedenti asilo, sta lasciando il palcoscenico ad altro. Le prime pagine dei giornali si occupano, ormai da giorni, di altri drammi, di altra devastante violenza che ha messo in crisi l’Europa e i sistemi di sicurezza nazionali. Tra l’una e l’altra notizia, spesso si è giocato ad un gioco tutto muscolare per far valere principi identitari ed ideologici sulla fatica di capire, la chiusura rispetto a riconoscere che comunque, qualcosa, anzi molto, sia cambiato e stia cambiando nella nostra quotidianità. Credo che nessuno, nella nostra città, dimentichi cos’è accaduto in questi mesi sulla questione profughi: istigazione alla paura, manifestazioni anche dei commercianti contro l’invasione di “clandestini” o presunti tali, presidi di militanti leghisti davanti alla caserma Prandina, continue dichiarazioni contro la permanenza dei rifugiati presso la caserma stessa, indicazione di appartamenti dove qualcuno accoglieva qualche persona rifugiata, insulti contro chi se ne occupava e via dicendo, paventate denunce e richieste di dimissioni del prefetto. Diciamo che l’armamentario leghista e non solo, della violenta propaganda anti rifugiati e anti invasioni è stato usato tutto e ha pagato politicamente bene…fino a poco tempo fa. Ora, visto che lo sguardo si volge ad altri gravissimi fatti come gli attentati avvenuti Parigi e in altri paesi, si cambia passo e obiettivo: si insultano gli islamici, si vorrebbe negare loro la preghiera e la presenza nel nostro paese, si sottolinea la pericolosità dei profughi, si strumentalizza, da parte di un noto personaggio leghista sempre presente a qualche trasmissione televisiva nazionale, anche la morte di Valeria Solesin. Il risultato di tutto questo baccano? Nessuno. Infatti il nostro sindaco, così come il suo segretario Salvini, ne parlano meno, forse perché non aver affrontato in modo serio i problemi, ha dimostrato debolezza e incapacità di governo della nostra città o forse perché, in termini di consenso, i profughi ora “pagano” meno. Il sindaco, non fa il sindaco, purtroppo, ma fa altro per convenienza strumentale. I profughi ci sono a Padova? Certo e per fortuna ora vivono in ambienti più dignitosi. Alla caserma Prandina ce ne sono 140 ospitati in strutture prefabbricate, ce ne sono ospitati in appartamenti privati e distribuiti in tutta la città. Chiedo: qualcuno è in grado di distinguere tra un rifugiato e le altre persone di colore che da anni vivono e lavorano nella nostra città? Io credo di no, nemmeno il sindaco. Altri sindaci, invece, hanno fatto il loro dovere di sindaci, come i sindaci di Battaglia, Este, Noventa, Rubano, Vigonza, Curtarolo, Piove di Sacco, Bagnoli e molti altri di diverso orientamento politico. Semplicemente hanno operato per risolvere, assieme alle autorità competenti, il problema dell’emergenza, suscitando spesso il disprezzo dei soliti urlatori leghisti. Ora il nostro sindaco, sta pensando di entrare anche a scuola senza chiedere il permesso, come fa di solito, per propagandare dei valori ideologico-cristiani. Peccato! Forse il silenzio anche in questo, sarebbe stato un segnale, ma a lei, signor sindaco, interessano le prime pagine, non la soluzione dei problemi, profughi o non profughi.

Nereo Tiso
vice segretario cittadino del Pd