Ruggero Pertile padovano alla Maratona di Rio 2016: “A 42 anni primo degli italiani, ma 38esimo finale”

 

Fine dei Giochi sotto la pioggia per l’atletica leggera: l’ultimo titolo in palio alle Olimpiadi di Rio, quello della maratona maschile, va al superfavorito keniano Eliud Kipchoge che domina la gara in 2 ore 08’44”. Il migliore degli azzurri in gara è ancora una volta il veterano Ruggero Pertile (42 anni e 31 maratone in carriera) che si piazza 38° in 2 ore 17’30”. 57° il grossetano Stefano La Rosa (2 ore 18’57”), mentre il campione europeo di maratona Daniele Meucci è stato costretto al ritiro per un problema fisico poco dopo il decimo chilometro.

«Per me la preparazione è stata difficile, ma ho stretto i denti fino alla fine» il commento del campione azzurro di Assindustria Sport Padova al traguardo. «Negli ultimi giorni avevo trovato un po’ di brillantezza, qui ho cercato di stare il più possibile nella gara, e al ventesimo chilometro ero ancora dietro al primo gruppo, poi la corsa è stata veloce e difficile da interpretare. Ogni maratona ha la sua storia, bisogna essere al massimo per giocarsela, però a 42 anni sono comunque felice di averci provato».

 

A tifare per il maratoneta di Villanova di Camposampiero c’era anche Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Sport: «Ruggero merita soltanto applausi. Ha partecipato a tre edizioni dei Giochi Olimpici in una specialità difficile come la maratona e già questo fa capire quale sia il suo valore. Ruggero è un grande atleta e una grande persona e resterà sempre uno splendido esempio per gli atleti della nostra squadra, che in lui trovano uno straordinario modello e un punto di riferimento».

Parole che sottoscrive Francesco Canella, presidente di Alì Supermercati, che da sempre sostiene “Rero”. «Ruggero non avrà raggiunto l’obiettivo che si era prefissato, ma per noi resta il grande campione di casa Alì, che ci ha insegnato a tenere duro e a stringere i denti nelle difficoltà. La sua è una grande lezione di sport e di vita. Siamo qui ad attendere il suo rientro per accoglierlo e sostenerlo con l’affetto e l’entusiasmo di sempre, e comunque orgogliosi per questa terza Olimpiade. Sapere di aver contribuito a far sì che Ruggero, unico atleta non appartenente a una squadra sportiva militare, potesse seguire il suo sogno e misurarsi con questa ennesima sfida, per noi è una vittoria. Ti aspettiamo a braccia aperte!».