Romana delicia: un successo l’abbinata storia e gusto a Montegrotto

 

Un successo l’edizione 2015 di Romana Delicia, la serata sotto le stelle che ha abbinato la riscoperta con la giusta ambientazione degli scavi romani di Montegrotto e il piacere della cucina romana rivisitata con brio e perizia da Serafino Baù e la sua brigata di cucina. A rendere piacevole la serata oltre ai piatti preparati, ed allo scenario incantevole anche le musiche realizzate con arpe, flauti e trombe dai musicisti del Conservatorio Pollini. La scena è stata inoltre  vivacizzata da alcuni teatranti e resa ancor più affascinante da alcune danzatrici in rigoroso costume romano. Un salto nel passato per i numerosi partecipanti che oltre a deliziare lo spirito hanno potuto sentirsi fortunati buongustai che idealmente hanno accompagnato quell’Apicio, gourmet imperiale di cui raccontano finanche Seneca e Tacito, vissuto durante l’impero di Tiberio e ha reso possibile, con le indicazioni lasciate nel testo “De Re Coquinaria”, la creativa materializzazione del menù ispirato ai fasti dell’antica Roma.
Piatti realizzati grazie alla maestria di Serafino Baù, patron della tauriliana “Enoteca San Daniele” e della sua brigata, che non si sono risparmiati nella fedele reinterpretazione dei gusti imperiali per i commensali. Entusiasti di essere scortati dai racconti degli archeologi dell”Associazione Lapis’, lungo un percorso itinerante fra gli scavi, le luci soffuse e gli antichi sapori.
Una sorta di macchina del tempo con la quale i presenti hanno potuto rivivere, per una sera, i fasti dei banchetti romani e sentirsi coevi di quell’epoca imperiale che, fin d’allora, amava oziare e godere del benessere delle terme. Vestigia ben rappresentate proprio nell’area archeologica scelta quale proscenio per “Romana Delicia”. Evento culturale-enogastronomico che si è avvalso per l’ottima riuscita anche della collaborazione della “Strada del Vino” e dei suoi vini, abbinati agli ‘antichi’ cibi, nonché dei volontari dell’organizzazione della ‘Montegrotto Terme Shops’, dell’associazione ‘Lapis’, degli esperti archeologi dell’Università di Padova e della Sovrintendenza.