Sergio Giordani si dimette dalla presidenza di Interporto Padova: “sarò candidato sindaco ma non un uomo solo al comando”

 

Sergio Giordani da oggi non ha più incarichi pubblici: a una settimana dalla sua entrata ufficiale nell’agone elettorale, il già presidente del Calcio Padova di vent’anni orsono ha rassegnato le dimissioni dall’ente controllato da Comune (era stato nominato da Flavio Zanonato otto anni fa), Provincia e Camera di Commercio. Qui di seguito il comunicato diffuso dall’ufficio stampa del candidato Giordani che ha al suo fianco anche un’associazione (AmoPadova di cui raccontiamo a questo link)
“Come avevo annunciato nei giorni scorsi, il Cda, su mia indicazione, ha convocato oggi l’assemblea dei soci, che procederà alla nomina del nuovo presidente a seguito delle mie dimissioni – spiega Giordani nella nota che riportiamo integralmente – Ringrazio tutti i dipendenti di Interporto Padova, perché è grazie a loro che la società ha raggiunto i risultati di rilievo che le sono riconosciuti in Italia e all’estero. Il mio ruolo, in questi anni, è stato quello del direttore d’orchestra, un ruolo che ho svolto con passione ed entusiasmo.
Lascio una società in salute, con i bilanci in ordine, con un piano di investimenti importante che le permetterà di consolidare la propria posizione di leader tra gli interporti italiani.
In questi anni Interporto ha svolto un ruolo fondamentale a sostegno dell’economia e delle imprese non solo padovane ma di tutto il nord-est, ma ha parallelamente perseguito con altrettanta caparbietà e coerenza l’obiettivo di migliorare l’ambiente in cui tutti viviamo.
Non sono chiacchiere: i numeri in questo caso sono importanti. Le merci movimentate da Interporto Padova sono ogni anno circa 4,5 milioni di tonnellate di cui il 43% viaggia per ferrovia (la media nazionale è ferma all’8%). Il servizio di distribuzione urbana delle merci Cityporto attivo dal 2004, e che non riceve sostegni pubblici per la gestione ordinaria, è svolto con furgoni a metano e garantisce importanti benefici ambientali alla città. Ogni furgone sostituisce 5 mezzi a gasolio degli operatori privati, con una diminuzione importante di CO2, PM10 e altri inquinanti e abbatte anche la congestione stradale. I circa 6000 treni che collegano l’Interporto alle principali destinazioni in Italia ed Europa permettono di togliere dalla strada sulle lunghe distanze circa 275.000 camion ogni anno. Abbiamo fatto un calcolo dei benefici ambientali secondo i parametri europei: tutto ciò equivale, in termini di minori emissioni, ad una foresta di 2,9 milioni di alberi.
Potrei continuare a lungo citando il più grande impianto fotovoltaico su tetto d’Italia, realizzato sulle coperture del magazzini, che produce 12,3 MW annui, ma anche il primo distributore di metano liquido per i mezzi pesanti che sarà inaugurato a breve. Mi fermo ricordando il grande progetto di potenziamento del Terminal Intermodale con l’installazione di 4 gru elettriche a portale che ne raddoppierà la capacità senza consumare un solo metro quadrato di terreno in più.
Un progetto che vale complessivamente 21 milioni di euro per il quale Interporto ha ottenuto un importante contributo dalla Unione Europea reso possibile anche dal sostegno convinto dei soci pubblici, Comune, Provincia e Camera di Commercio.
E’ proprio grazie a questa unità di intenti, al fare squadra che Interporto è riuscito a raggiungere obiettivi importanti, a essere riconosciuto e finanziato a livello europeo come un “nodo core” del network trasportistico continentale. Un lavoro di squadra che ha coinvolto tutti, dipendenti di Interporto, Istituzioni e Sindacati la cui collaborazione ha permesso anche di isolare alcune situazioni al limite della legalità e riportare nell’ambiente di lavoro un clima positivo e rispettoso dei diritti dei lavoratori. La legalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori sono due cose sulle quali non transigo.
Sono orgoglioso dei risultati di questa società a maggioranza pubblica, che è la dimostrazione concreta di come Pubblico non sia sinonimo di inefficienza, così come Privato non è garanzia di successo.
Quello che contano sono i progetti, le persone, ma soprattutto la voglia di lavorare assieme per un obiettivo comune, mettendoci entusiasmo e passione.
L’idea che un uomo solo al comando sia la soluzione giusta è velleitaria. Serve saper ascoltare, circondarsi di persone competenti e in grado di dare consigli sensati. Serve in sintesi buon senso.
Lo ho già detto e lo ripeto; sarà questo il mio approccio alle sfide che dovrò affrontare nel ruolo di Sindaco. Lavorare non contro qualcuno o qualcosa, ma lavorare PER, lavorare per tutti gli abitanti di questa città, lavorare per Padova”.