Piccoli terroristi da tastiera scatenati anche nel sottobosco di certa politica padovana: viaggio sul facebook di alcuni sottoprodotti dell’odio

 

C’è una lezione che la strage di Monaco può insegnare anche alla nostra Padova. La si trae guardando la rapida evoluzione dei profili facebook degli aspiranti leader politici, una pletora di trenta/quarantenni nella sala d’attesa della politica che conta, tra i più rapidi ed aggressivi nel prendere al balzo qualsiasi tragedia fornita dalla cronaca nazionale ed estera, pur di andare a caccia di like e visibilità.
Uno dei più rapidi tra i miei contatti facebook è un trentenne già dei giovani di Forza Italia, trasmigrato poi tra i fedelissimi dell’assessore regionale Roberto Marcato (Lega Nord dura e catodica). Alle 19.30 quando l’omicida di Monaco stava forse ancora sparando scrive “Doppio attacco terroristico di matrice islamica in Europa. Questa volta tocca alla #Germania.
quanti morti dovremo contare ancora perchè l’Europa si svegli?”.
Alle 20.24 gli fa eco un ex candidato sindaco di Camponogara, già giornalista e avvocato: “L’attentatore di Monaco era arrivato un anno fa come profugo”.
Scrive alle 20.54 un ex assessore di Albignasego: “Adesso non saltate subito alle conclusioni che poi i ben pensanti si offendono. Non è terrorismo! chiaro? E’ solo l’interruzione casuale di vite umane multiple da parte di uno o più soggetti. E se salta fuori che sono islamici è solo un caso. Chiaro?”.
Un minuto dopo un esponente che quando militava in An ha anche rischiato di finire in parlamento, scrive: “Quanto tempo e quanti morti ci vorranno prima che gli europei dicano basta?”. Arriva poi il consigliere comunale di Ponte San Niccolò, galleggiante tra Fdi e La Destra, che chiosa: “In molti in Germania ora rimpiangeranno Hitler” con emoticon del braccio teso.
Cosa insegna tutto ciò? Che c’è un popolo, non so quanto vasto, che ha riflessi pavloviani d’odio. Che non ha una parola di pietà per le vittime. A cui probabilmente non interesserà neanche tanto se sta emergendo una realtà che racconta rispetto alle loro granitiche convinzioni, l’esatto contrario. A poco sarebbe servito ricordare che ieri era l’anniversario della strage compiuta da Breivik a Utoya: come accade con i terroristi, anche agli imprenditori dell’odio, avvoltoi pronti a banchettare voti dalle vittime dell’odio altrui, basta che la scia di sangue continui. E per questo non perdono occasione per spargere altra paura altra xenofobia. Io non credo che questa sia la ricetta giusta per una politica utile al nostro spaesato Paese. E non è una questione di destra o sinitra: è una questione di cuore e cervello.

Alberto Gottardo