Primarie del Pd a Padova e provincia: due votanti su tre per Matteo Renzi, affluenza in netto calo rispetto al dicembre 2013

 

 

 
A due ore dalla chiusura delle urne delle primarie 2017 a Padova si può far un primo bilancio della consultazione congressuale a livello nazionale e regionale. A livello veneto come a livello italiano indubbia l’affermazione di Matteo Renzi che si attesterebbe tra il 65 e il 70% a livello padovano. Poco distanti le percentuali raccolte da Alessandro Bisato, sindaco di Noventa Padovana che diventerebbe quindi segretario regionale a furor di popolo dopo la parentesi vacante di due anni di vuoto del post De Menech. 

E il vuoto si sente anche guardando ai numeri. Difficile in realtà da paragonare il vento in poppa delle primarie 2013, quando a livello padovano si mobilitarono 170mila persone, con gli 80, massimo 90mila a livello regionale.
A Padova buona l’affluenza in tutta la città, in linea con i dati appena espressi, che segnano un dimezzamento rispetto alle primarie di quattro anni fa, o un raddoppio dell’affluenza registrata per le primarie di due anni fa che incoronarono candiadata ufficiale del Pd alla sfida contro Luca Zaia, finita poi non benissimo, Alessandra Moretti.
Quindi si può dire che il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, nella migliore tradizione delle analisi politiche italiane.

Ecco alcuni dati ufficiosi che riguardano la città di Padova:
Arcella sud (seggio via Curzola) votanti quasi 700, voti per Renzi 469. (La foto qui sopra è stata scattata poco prima della chiusura del seggio alle 20)
Centro storico sala Nassirya, votanti 949, il 67% per Renzi.

Guizza-Salboro votanti 552, di cui 393 voti per Matteo Renzi.

Insomma, quasi un Plebiscito.
Alle 22 arriva anche il commento di Arturo Lorenzoni, candidato sindaco per Coalizione civica :
«Oggi giornata di voto nel PD: le primarie sono uno strumento importante di partecipazione, soprattutto in un momento in cui la gente si sente distante dalla politica – commenta Arturo Lorenzoni – Il Partito Democratico fa bene a scegliere la propria guida con questo strumento. Dispiace solo che non sia stata fatta la stessa scelta per decidere il candidato sindaco a Padova, in modo difficile da capire da parte di chi ha a cuore il successo dei democratici. L’affluenza nazionale e quella padovana confermano che la gente ha ancora voglia di mettersi in gioco per condividere le scelte delle forze politiche».