Rissa in stazione: il punto di vista di sindacati e Caritas padovana

 

Da Cgil Cisl Uil Diocesi e Caritas di Padova riceviamo e pubblichiamo:
“Fermo restando che è da condannare con fermezza quanto accaduto nell’ultimi giorni in zona stazione dei treni di Padova, vogliamo evidenziare come Organizzazioni e Associazioni, che ogni volta che accadono fatti nei quali vi sono coinvolti degli immigrati (irregolari o meno), il primo pensiero che accomuna certe visioni è: se non ci fossero stati non sarebbe successo. Questo è quantomeno un luogo comune oltre che sbagliato ed insufficiente a identificare la colpa e le giuste percentuali di responsabilità.

L’argomento immigrazione è complesso quanto spinoso soprattutto per le varie implicazioni ed interpretazioni molto soggettive che ne conseguono. Vi sono visioni più o meno condivise e più o meno condivisibili che vedono la questione immigrazione e integrazione come un fastidio del quale liberarsi piuttosto che di una questione sociale (come tante altre) da affrontare.

Ogni individuo, migrante e autoctono che sia, deve essere soggetto attivo nel processo di coesione sociale.

Ora si può disquisire quanto si vuole sul fatto che sia giusto o meno fare una politica di accoglienza nei confronti di chi desidera venire in Europa scappando talvolta o da situazione di guerra o di reale difficoltà, ma non si può impedire che ciò avvenga. Pertanto sarebbe pragmatico, oltre che un’opportunità, avere la lungimiranza di fare una politica di immigrazione volta all’accoglienza con una parallela politica di integrazione sociale che tuteli sia l’immigrato quanto il “nativo”.

Siamo consapevoli delle difficoltà per via del fatto che qualsiasi strumento normativo e giudiziale si scontra comunque con l’aspetto culturale sia degli uni che degli altri.

In particolare, come già chiesto dalle scriventi Organizzazioni e Associazioni nella fine del mese di maggio, l’accoglienza dei cittadini migranti ed in particolare dei profughi provenienti dal Nord Africa richiede un impegno di inserimento, non solo di prima accoglienza, ma di vera integrazione e prospettiva. Le persone coinvolte dai conflitti del nord Africa ed arrivate nel nostro Paese necessitano di essere accolti dando loro la possibilità di vivere un loro presente e un futuro.

Ricordiamo che il permesso di soggiorno per motivi umanitari attribuiti ai profughi per la loro permanenza sul territorio italiano scadono nel mese di ottobre, chiediamo alle istituzioni che vengono messi a disposizioni strumenti ed informazioni sufficienti sulle modalità di rinnovo   di questi permessi  cosi da evitare di dover affrontare altre problematiche dovute alle presenze irregolari sul territorio.

Chiediamo inoltre, alle Istituzioni locali, ognuna per le proprie funzioni e responsabilità, di attivarsi insieme a tutte le realtà che seguono da anni i temi dell’immigrazione e dell’accoglienza, per mettere in campo azioni di reale accoglienza , che permettano alle donne e agli uomini che arrivano nel nostro Paese e nella nostra città di essere soggetti di un vero inserimento ed evitare qualsiasi possibilità di essere considerati “ospiti indesiderati”, diventando così utile manovalanza della malavita”.