Berlusconi dimissioni? Presto per esultare secondo l’analisi di Sergio Frigo

 

Se c’è una cosa che dovremmo aver imparato tutti, in questi lunghi anni, è a non sottovalutare Berlusconi. Per cui non mi unisco al coro degli entusiasti che salutano questa giornata come l’alba di un nuovo e radioso avvenire. I numeri hanno certificato che non ha la maggioranza in Parlamento, e non lui non ha potuto che prenderne atto. La sua sorpresa e il suo disappunto, espressi anche nel famoso foglietto (“traditori”) dicono che il colpo c’è stato, ed è stato duro. Da quel punto in poi, però, si è mosso per limitare i danni e portare comunque a casa un risultato: e puntualmente ce la sta facendo. Ricordiamo il precedente poco incoraggiante del 14 dicembre 2010: nel lungo mese concessogli da Napolitano dopo l’uscita dei finiani dal governo, Berlusconi riuscì a raffazzonare i voti necessari per resistere all’assalto, e assicurarsi un altro anno di potere: a questo proposito, non dimentichiamo coloro che appellandosi al senso di responsabilità (e stravolgendo anche il mio voto, vero Calearo?) ci hanno procurato questi ultimi 11 splendidi mesi…
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