Paolo il “sindaco” dei cinesi e quella foto che è un segno della Padova che può guardare avanti

 

Quando ho visto la foto postata su facebook dal sindaco Zanonato ho pensato “cazzo Flavio, basta foto con gli stranieri altrimenti i padovani ti massacrano”. Per un attimo mi sono schierato dalla parte del popolo della strada, quello che senti fare discrsi medievali su mitra e “mandiamoli a casa loro” nei bar. E mi sono accorto che hanno condizionato anche me, che in strada ci lavoro, perchè il mio mestiere è andare in giro, parlare con la gente e raccontare storia. Poi ho guardato bene la foto e gli stranieri sono scomparsi ed ho capito che Zanonato magari è eccessivo nel postare le foto come nel mettere i video di canzoni tratte da youtube, ma che stavolta ha fatto proprio bene a mettere quella foto, con la moglie, “Paolo” Jing Wen Xia, il ristoratore che da 25 anni ha aperto il ristorante cinese di via Marsala. Perchè alla fine Jing Wen Xia ormai ha vissuto più a Padova che a Pechino, da dove proviene, la sua famiglia è qua, i suoi figli parlano forse anche il dialetto. Paolo è padovano, con o senza virgolette. Ed ha fatto un mezzo miracolo: elettorale, prendendo da solo circa il 10 per cento dei tremila voti con cui gli stranieri si sono dati dei rappresentanti. Ed anche un miracolo sul piano umano, visto che Vittorio Aliprandi, che davanti al ristorante di Paolo in via Marsala ha aperto un bar, dice del collega cinese “prima era solo un dirimpettaio, poi col tempo è diventato un amico”. Con la sua laboriosità e con il suo essere una persona per bene Paolo il cinese ha convinto anche il consigliere comunale che scriveva di odiare i rom, e che per quella bischerata ha pagato un prezzo altissimo, sia giudiziario che personale. Allora è giusto che il sindaco sia andato l’altra sera a festeggiare il capodanno cinese nel bel ristorante di via Marsala, con i pesci in grandi acquari. Ed è giusto essere orgogliosi di quella foto, perchè quella è Padova, alla faccia del populismo e dei condizionamenti più o meno inconsci che ci portiamo dentro.D’altro canto anche noi italiani un paio di generazioni fa, e in maniera diversa anche adesso, eravamo e siamo un popolo di migranti. Comportarsi in maniera scortese con chi non è nato qui sarebbe ridicolo, oltre che profondamente ingiusto. Buon anno del Dragone a tutti

Alberto Gottardo