Riina jr a Padova. L’analisi di Carlo Covino sulla “Lega subdola”

 

carlo covino partito democratico«Mario Venuleo e Luca Littamè, due dei tre consiglieri leghisti del Comune di Padova, tirano fuori una vecchia storia su Tina Ceccarelli, responsabile dell’associazione Noi-Famiglie padovane contro l’emarginazione e la droga. Lei si è dimessa, pur avendo saldato il suo debito con la giustizia. Un attacco subdolo che colpisce la sfera più intima di una persona. Una persona estranea ai giochi beceri della vuota propaganda leghista». Così Carlo Covino, del gruppo esecutivo del Pd padovano, commenta l’attacco dei due leghisti alla Ceccarelli, “rea” di aver subito una condanna per droga, fra l’altro mai nascosta, anni fa.

«Solidarietà alla Ceccarelli. Mi chiedo se per i leghisti esista il concetto di espiazione della colpa. O una persona che sbaglia, secondo loro, deve essere esclusa dalla società civile vita natural durante? Non è proprio questo il senso della detenzione, la reintroduzione nella società?

Davide Boni, presidente del consiglio lombardo, è accusato di ben più gravi reati e Bossi ne impedisce le dimissioni» ricorda Covino. «La Lega si scaglia contro il figlio di Riina; ma se c’è una forza politica, da noi nel nord, che ha agevolato la criminalità organizzata attraverso il voto in Parlamento, quella è proprio la Lega – rincara la dose l’esponente Pd – come nel caso di Nicola Cosentino, salvato dai leghisti avendo sulle spalle un mandato di arresto per camorra o dell’ex ministro Saverio Romano, a cui la Lega ha votato la fiducia in aula pur essendo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. C’è poi Marcello Dell’Utri, l’ideologo e padre di Forza Italia, condannato in appello a 7 anni sempre per concorso in mafia, costantemente difeso dall’establishment leghista. Ma di cosa parlano questi signori? Anziché strumentalizzare l’affidamento alla onlus di un soggetto che sarà costantemente monitorato e lavorerà per mantenersi, i leghisti si occupino della questione morale all’interno del proprio partito; perché se indagini e arresti proseguiranno a questo ritmo, temo che resteranno in pochi».