Il “caso” Riina analizzato da Claudio Piron

 

Premesso che Giuseppe Salvatore Riina è stato giudicato da un tribunale della Repubblica Italiana e che in base alle leggi dello Stato ha scontato la pena prevista, e che, sempre un tribunale ha decretato dove e come debba vivere, rispettando le leggi e le prescrizioni imposte, la prima cosa da ribadire è che la forza di uno stato democratico sta nella sua capacità di far rispettare le leggi, di far assumere a ciascuno i propri doveri e di riconoscere i diritti e la dignità delle persone. Di tutte le persone, anche quelle che in passato hanno commesso reati e perciò hanno pagato con una pena detentiva ritenuta congrua dagli uomini di legge che hanno giudicato i reati e comminato le pene.
Sembra opportuno chiedere a chi riveste incarichi pubblici, politici e istituzionali, di non alzare il tono delle polemiche e di non cercare il clamore mediatico. Il rischio è di produrre confusione e conflittualità tra organi dello stato, indebolendo la lotta alle mafie.
Politici, amministratori locali, partiti, hanno il dovere di documentarsi prima di pronunciarsi pubblicamente. Gli atti ufficiali della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, i processi in corso al Tribunale di Venezia, i recenti arresti nel padovano e nel trevigiano, gli 81 beni immobili e le 4 aziende confiscate, le 898 operazioni finanziarie sospette denunciate, attestano che anche il Veneto non è immune dalla presenza di esponenti mafiosi, che mirano a trafficare e spacciare droga e a inserirsi nel tessuto economico locale, approfittando della grave crisi economica in atto.

Chi partecipa ad assemblee che hanno il potere di varare dei provvedimenti di legge, si adoperi affinché siano approvati in tempi rapidi dei provvedimenti contro la corruzione – anche fra privati – contro l’autoriciclaggio, contro l’evasione fiscale, per aumentare la trasparenza dei processi decisionali all’interno delle Istituzioni e della Pubblica Amministrazione, per stanziare risorse e mezzi nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine, per approvare leggi regionali che contrastino i fenomeni mafiosi e criminali sostenendo le associazioni, le scuole, le amministrazioni locali, che si impegnano concretamente per formare alle responsabilità civili e nel governare con trasparenza.
Le parole di Giovanni Falcone possono indicarci il giusto senso di marcia. “L’impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata è emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall’impressione suscitata da un dato crimine o dall’effetto che una particolare iniziativa governativa può suscitare sull’opinione pubblica» …

“La mafia non è affatto invincibile. È un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni..” – Giovanni Falcone –

Claudio Piron – Assessore Comune Padova
Coordinatore Regionale Avviso Pubblico