Fiom in piazza con tremila manifestanti a Padova

 

“Noi siamo stati esclusi, vorrei che si sapesse che da Federmeccanica e Fim e Uilm non hanno voluto la Fiom al tavolo delle trattative”. A dirlo il segretario generale della Fiom CGIL Maurizio Landini, a margine del comizio tenuto di fronte a circa tremila manifestanti in piazza dei Signori a Padova. “Fim e Uilm – aggiunge Landini – hanno espressamente chiesto che la Fiom non fosse al tavolo e Federmeccanica ci ha detto che se volevamo andare al tavolo dovevamo firmare il contratto separato che non abbiamo riconosciuto. Non a caso noi abbiamo portato in tribunale Federmeccanica Fim e Uil perché c’è una palese violazione dell’accordo di giugno. La nostra è l’organizzazione più rappresentativa e c he ha più voti dei metalmeccanici e non è stata al tavolo perché era evidente che se fossimo stati al tavolo quella porcheria di accordo che hanno firmato non sarebbe stato sottoscritto”.

“Siamo di fronte al fatto che per la prima volta le imprese hanno scelto i sindacati con cui contrattare: del resto il modello della Fiat si sta estendendo al Paese e questa è la gravità della situazione che abbiamo di fronte.

“Noi facciamo un appello alle forze politiche e al candidato premier Pierluigi Bersani: in questo Paese si stanno facendo le primarie che sono un grande strumento democratico, che ha visto anche una risposta molto significativa delle persone, ed addirittura il centrodestra sta discutendo questo tema”. A dirlo il segretario generale della Fiom CGIL Maurizio Landini, a margine del comizio tenuto di fronte a circa tremila manifestanti in piazza dei Signori a Padova. “L’unico luogo in cui i cittadini italiani non hanno il diritto di votare – ha aggiunto Landini – sono le fabbriche. Noi chiediamo che il diritto di votare, di eleggere i propri sindacati e a che di approvare gli accordi sia esteso anche nelle fabbriche. Si faccia una legge sulla rappresentanza che introduca questa regola: l’accordo per essere valido deve essere approvato dalla maggioranza dei lavoratori che liberamente si esprimono. Questo eviterebbe gli accordi separati, ed è lo strumento che recupera anche l’unità sindacale. Quando ci sono idee diverse decidono i lavoratori. Quindi chi è in politica, se ha a cuore il Paese, la coesione sociale di questo Paese, faccia una legge sulla rappresentanza, cancelli l’articolo 8, quello voluto dalla Fiat”.