Massimo Bitonci attacca Beppe Grillo: “Ottimo comico ma programma sovietico”

 

Massimo Bitonci, capolista al Senato per la Lega Nord Liga Veneta, ripercorre alcuni punti del programma elettorale del Movimento 5 Stelle: “Capisco che presso parte dell’elettorato veneto esista un sentimento di sfiducia nei confronti della politica. Tuttavia invito quanti siano orientati a votare Grillo, a rileggere con attenzione il suo programma. Fra le altre sparate, il comico intende vietare ai parlamentari l’esercizio della propria professione durante ciascun mandato, in questo modo favorendo la creazione di una classe politica staccata dal mondo del lavoro, e composta solo da chi possa permettersi 5 anni di aspettativa – spiega Bitonci – Poi vuole disincentivare l’uso dei mezzi di trasporto motorizzati nei centri storici, dando il colpo di grazia al commercio, già provato dalla crisi, a favore dei centri commerciali, gestiti dalle lobby economiche che lui stesso dice di voler combattere. Anche l’idea, pur apparentemente benevola, di istituire un sussidio di disoccupazione, è nefasta: perché crea una classe di mantenuti, con poca propensione verso il lavoro, che finirebbero per essere finanziati, attraverso l’aumento delle tasse, da chi lavora sul serio. L’azzeramento dell’erogazione delle risorse finanziarie dello Stato in favore delle scuole paritarie, oltre che antieconomico, perché obbliga lo Stato stesso a nuove assunzioni, è anche liberticida: l’istruzione ‘nazionalizzata’ finirebbe per essere appiattita sul culto del pensiero unico. La cittadinanza per nascita, secondo il principio dello ius soli, favorirebbe inoltre l’immigrazione collettiva da parte di extracomunitari, che transiterebbero per lo stivale solo per dotarsi di un documento di valore europeo”.
“Peccato che Grillo, che si presenta come il salvatore della patria, non faccia accenno ai temi veri che andrebbero affrontati in questa campagna elettorale – conclude Bitonci – Non parla di abbassamento delle tasse, di sostegno del commercio, mentre preferisce sbraitare contro i cosiddetti monopoli di fatto. La sua idea di regolare il mercato in senso sovietico può solo far allontanare investimenti esteri e far perdere posti di lavoro”.