Parlamentari del Pd in visita al carcere di Padova

 

I parlamentari democratici Giorgio Santini e Margherita Miotto, insieme all’europarlamentare Franco Frigo e al consigliere regionale Claudio Sinigaglia hanno trascorso l’intera mattinata dell’ultimo giorno dell’anno presso la Casa di Reclusione e la Casa Circondariale di Padova. La visita presso le due strutture si inerisce all’interno di un’iniziativa nazionale promossa da cinquanta parlamentari cattolici, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su una drammatica emergenza del Paese e compiere un gesto di concreta vicinanza a quella parte della popolazione fatta di uomini e donne che, pur scontando una pena, rimangono a pieno titolo cittadini.

Dopo aver incontrato il vertice dell’amministrazione penitenziaria ed il personale della polizia penitenziaria che opera presso il Due Palazzi, la delegazione parlamentare si e’ a lungo intrattenuta con alcuni detenuti. I temi trattati sono stati molteplici: l’affollamento delle sezioni, le condizioni di vita e le opportunita’ di lavoro e rieducazione ed i prossimi provvedimenti che saranno all’attenzione del Parlamento, in particolare il recente decreto voluto dal ministro della Giustizia Cancellieri. La delegazione parlamentare ha poi incontrato la redazione della Rivista Ristretti Orizzonti, il giornale della Casa di Reclusione realizzato da alcuni detenuti.

“Il nostro gesto e’ stato una prima risposta concreta al messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere l’8 ottobre scorso. – ha spiegato Giorgio Santini ai detenuti – Il Presidente della Repubblica ha infatti denunciato i disagi ed i problemi della situazione carceraria in Italia. A partire dalla riapertura del Parlamento dopo la pausa natalizia, ci impegneremo affinche’ il Governo e le Camere affrontino l’emergenza carceri. – ha assicurato il senatore dem – Fermo restando il principio che chi sbaglia deve scontare una pena e che questa deve avere un fine rieducativo, dovremo intervenire su molteplici fronti”.

“E’ necessario individuare strumenti legislativi affinché il fine rieducativo della pena sia non solo principio costituzionale, ma concreta realizzazione di percorsi carcerari che restituiscano il cittadino alla collettività senza il pericolo della reiterazione dei reati. – spiega Santini – Per fare questo bisogna dare centralità al percorso rieducativo del condannato attraverso il lavoro e la formazione civica. E ancora realizzare istituti carcerari attenuati, dove far scontare la pena in tutti quei casi, in cui ciò sia possibile, ad esempio per i detenuti malati o tossicodipendenti. Non possiamo piu’ voltarci dall’altra parte e dobbiamo affrontare con urgenza anche il dramma dei suicidi in carcere, offrendo in concreto un supporto psicologico e psichiatrico all’interno delle strutture carcerarie. Mi auguro infine che le forze politiche, in linea con quanto auspicato da piu’ parti, si confrontino e prendano in considerazione con equilibrio e senza ideologismi, gli istituti dell’ indulto o dell’ amnistia anche per contenere il sovraffollamento delle carceri.”