Ivo Rossi sul nuovo regolamento di accesso agli asili nido: “Serve a favorire la purezza della padovanità”

 

I regolamenti normalmente servono a definire modalità, procedure, criteri e priorità per l’accesso ad un servizio, in particolare quando la domanda si trova ad essere superiore all’offerta del servizio stesso.
In questo senso in passato, con una offerta di posti nei nido inferiori alle richieste era gioco forza indicare criteri (reddito, numero figli, ecc.) per evitare che la scelta per accedervi fosse affidata alla discrezionalità di chicchessia.
Grazie alle politiche messe in atto dal centro sinistra negli ultimi anni, che hanno portato all’aumento dell’offerta di posti con la realizzazione di nuovi asilo nido, e la contemporanea riduzione della domanda indotta dalla crisi economica, per la prima volta l’offerta è diventata superiore alla domanda. In queste condizioni una buona amministrazione dovrebbe preoccuparsi di far aumentare la domanda e non di stabilire inutili criteri escludenti.
Qual è dunque il senso di questa modifica regolamentare che rischia solo di creare inutili disagi a giovani famiglie che sono andate ad abitare nella cintura metropolitana o che dalla stessa si sono trasferite in città o vi lavorano?
Pare evidente, proprio alla luce di un’assenza cogente di un merito della decisione, che la stessa venga fatta per comunicare all’opinione pubblica che c’è una giunta impegnata a favorire la “purezza della padovanità” rispetto, evidentemente, ad altri privi di questo titolo o dal titolo affievolito.
Domani è il giorno della memoria. C’è da augurarsi non sia solo un giorno dedicato alle parole rituali, ma, come sempre si dice, a fare i conti con i problemi del presente.

Ivo Rossi