Ivo Rossi sulla retromarcia di Bitonci: “50 sfumature di grigio sul piano del commercio riaperto e poi richiuso in maniera frettolosa”

 

Prima riapre i termini di presentazione delle domande per l’acquisizione di proposte per “Piano per il Commercio al Dettaglio su area privata, pianificazione delle medie e grandi strutture di vendita” e della contestuale “Ridefinizione dl Centro Storico”. Contemporaneamente allarga le maglie per consentire l’apertura di nuove grandi strutture di vendita, e allo stesso tempo introduce, con una novità assoluta sul piano giuridico, una norma che sembra scritta ad personam, in cui si dichiara disponibile a prendere in considerazione strutture “che abbiano già definito rapporti contrattuali con i proprietari delle aree dove richiedere una nuova grande struttura di vendita”.
Appare evidente come quest’ultima fattispecie, a meno di non avere a che fare con veggenti, fosse riferibile solo (trattandosi di rapporti contrattuali tra privati che non avrebbero avuto ragione di esistere, visto che nessuna norma precedente poteva prevederlo) a situazioni note al capo dell’amministrazione che l’ha voluta introdurre e ai potenziali interessati a conoscenza di queste intenzioni. Che cosa sia successo da ottobre ad oggi, cosa si sia rotto fra i potenziali beneficiari e l’amministrazione, non è dato sapere. Oggi il sindaco, smentendo se stesso, comunica che dirà no su tutta la linea, e questo è bene, riattestandosi dunque sulle nostre posizioni che in precedenza aveva altezzosamente contestato. Due domande: ma non era dovuto intervenire per sanare un presunto errore presente nella formulazione della delibera presentata da Marta Dalla Vecchia e approvata dalla Giunta da me presieduta? In secondo luogo, non era stato costretto ad intervenire per eliminare i contenziosi?
La sconcertante disinvoltura con cui si usano gli argomenti, anche quelli improbabili; l’assenza di rigore non solo nelle argomentazioni ma nel merito; la zona grigia che si intravvede in norme e dichiarazioni che indicano agli operatori alcune facoltà salvo poi ritirarle (regolarizzazione di ampliamenti da medie a grande struttura di vendita nate da trasferimenti per evitare il contenzioso) e la malafede che traspare dall’accusa sistematica verso i predecessori, sono il portato di un’amministrazione che pensa che i cittadini e i commercianti siano allocchi a cui si possa raccontare qualsiasi cosa, tanto nessuno chiede il conto.
Ma, evidentemente, la presentazione del ricorso a firma delle associazioni di categoria, che non si sono fatte intimidire nonostante gli attacchi provenienti da associazioni-fantoccio ad hoc messe in piedi, e le difficoltà a mantenere promesse, hanno portato ad una rapida ritirata.
Non contento, il nostro, si lascia andare ad insinuazioni (evidentemente immaginando che tutti si comportino come lui) in cui sostiene che sarebbero state fatte promesse ad un operatore. Ebbene, nessuna promessa è stata fatta, anzi, Marta Dalla Vecchia, alla luce delle previsioni del Piano Regolatore ha sempre ribadito agli acquirenti dell’area ex Marcato che in quell’area la grande distribuzione del settore alimentare non poteva insediarsi e o trasferire una struttura esistente di medie dimensioni oltre i 2500 mq di superficie. E siccome siamo persone coerenti e non bugiarde, basti a questo proposito ricordare il contenzioso aperto dal Comune nei confronti dello stesso operatore, che invece l’attuale amministrazione avrebbe voluto sanare. Purtroppo, quando uno è in malafede, non c’è argomento che tenga.
Mi rendo conto che si tratta di materia complessa, da addetti ai lavori e che per questo persone senza scrupoli possano raccontare storie, convinti di farla franca. Io preferisco continuare a raccontare la verità, anche quando questa è scomoda.
E la verità dice che nei dieci anni di giunta Zanonato e Rossi nessun nuovo centro commerciale e stato approvato, mantenendo fede all’impegno assunto con i cittadini e i commercianti, anche con quelli che non ci hanno votato preferendo i voltagabbana.

Ivo Rossi

Padova 10 febbraio 2015