Nichi Vendola: “Padova non deve perdere la sua anima”

 

“Dopo questa conferenza stampa vado ad abbracciare un vecchio amico: don Albino Bizzotto che incarna proprio cosa vuol dire con l’anima essere in contrasto con gli imprenditori della paura, e che ha la Pace e la convivialità delle differenze nella sua testimonianza”. A dirlo a Padova Nichi Vendola, riferendosi alla manifestazione che ieri in piazza ha avuto anche don Albino Bizzotto, dei Beati i costruttori di Pace tra i protagonisti in antitesi alla fiaccolata contro i profughi convocata e poi dis

detta dalla Lega Nord. “E’ molto triste la deriva europea – ha aggiunto Vendola – che fa vedere che il ritorno di fiamma del razzismo e della xenofobia, della paura dell’altro è l’altra faccia dell’impoverimento del vecchio continente. Le politiche dell’austerity sono state la risposta sbagliata alla crisi economica. la crisi economica è stata prodotta dalla finanziarizzazione dell’economia e dal potere crescente dei mercati finanziari, che hanno avvelenato la finanza con i titoli tossici. Durante questa crisi è stato dato un colpo fortissimo alla civiltà del lavoro e al welfare. In tutta l’Europa del sud la disoccuopazione giovanile vola a paercentuali che sfiorano in alcuni casi il 50 e 60 per cento ed i cui sintomi hanno le proporzioni di una guerra. Un pezzo crescente di gioventù è privata di una viosione del futuro, il che di per sè dovrebbe essere una condanna per le politiche dell’austerity”. 

 “Noi ci stiamo abituando a convivere con la disumanità – ha poi continuato Nichi Vendola – Il fatto che il Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero del mondo lascia l’Europa indifferente – ha aggiunto Vendola – che si limita a fare operazioni di polizia in quel mare. L’Europa che smarrisce la sua storia, la memoria e persino la mitologia. In questo quadro la vicenda di Padova è emblematica. La pulsione cavernicola di un sindaco e della sua parte politica, tradisce la storia di una città e di un territorio che ha avuto anche esperienze straordinarie di associazionismo, di volontariato, di cultura di cura delle persone vulnerate o vulnerabili. Il fatto che questo veleno venga sospinto facilmente dal vento della crisi e dalla paura della povertà che bussa alla porta del ceto medio, e che questa città abbia saputo rispondere e reagire bene facendo rimanere Bitonci quasi isolato dà speranza per una città che sa che il suo futuro e il suo destino è legato alla sua anima: se una città perde la sua anima è destinata a fare un passo indietro”.