Auditorium addio: un’altra grande opera saluta Padova. L’analisi di Nereo Tiso, vice segretario cittadino del Pd

 

Quando si parla di grandi opere necessarie a creare una città moderna, vivace, aperta al nuovo e per far crescere la sua presenza culturale a livello regionale ed europeo, il sindaco Bitonci non ne combina una di giusta. Se dell’ospedale si sparla col risultato conclusivo che nulla si farà con dei danni ciclopici alla nostra sanità , dell’auditorium sembra evidente che la scelta dello stesso sindaco sia stata sulla stessa linea con la medesima conclusione: nulla si farà. Era chiaro fin da subito anche ai meno esperti, che associare una sala congressi ad un auditorium, anzi, sovrapporli, era una totale dimostrazione, non solo di incompetenza musicale, ma che il risultato avrebbe potuto essere una patacca o il nulla per evidente deficit progettuale, normativo e di costi.. La storia dell’auditorium è molto lunga e non ha visto momenti facili, anzi. Se a mezzo concorso pubblico vinto dall’arch, Klaus Kada si era arrivati ad avere una struttura straordinaria, studiata per la musica, prevista a piazzale Boschetti, con la protervia del sindaco Bitonci, ora si è giunti all’anno zero. Sappiamo anche che, l’auditorium di Kada su piazzale Boschetti non aveva più le condizioni economiche per poter essere costruito e si pensò, con il sindaco reggente Ivo Rossi , di portarlo al palazzo dell’ex tesoreria in piazza Eremitani. Anche qua, la scelta non fu casuale. Proprio di fianco al palazzo della tesoreria si trova il Conservatorio Pollini. Una struttura che ha bisogno di grandi manutenzioni per far fronte alle esigenze dei propri allievi. Con la costruzione dell’auditorium si arrivava a dare un nuovo volto al conservatorio che poteva usufruire anche della nuova sala concerti. Questo non con decisioni propagandistiche e di facciata, ma sempre in dialogo con le diverse istituzioni per capire, insieme, quale fosse la scelta migliore per l’auditorium, il conservatorio e quali prospettiva per migliorare la nostra città dandole un nuovo volto con respiro universale. La musica non poteva che essere un strumento straordinario per accomunare istituzioni e sapendo che, da sempre, la stessa non crea divisioni ma offre messaggi positivi. Ora tutto questo è scomparso per la solita supponenza di un incompetente che gestisce tutto più con la mannaia che con la saggezza di chi deve governare una grande città. Ospedale no, auditorium no: ora attendiamo altre dimostrazioni di intelligenza amministrativa e capacità di governo. Se tanto mi dà tanto non so che fine farà la nostra splendida città

 

Nereo Tiso

Vice segretario cittadino Pd.