Tasse: Confapi lancia l’allarme “Veneto spremuto per oltre 17 miliardi entro fine anno”

 

altSecondo Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, i contribuenti del Veneto dovranno versare 8,55 miliardi di euro di imposte fra novembre e dicembre: entro il 1° dicembre 19 scadenze fiscali e contributive. Davide D’Onofrio, direttore dell’Associazione che rappresenta le Pmi del territorio: «Carico fiscale insostenibile, servono misure urgenti per evitare di compromettere la scarsa liquidità delle imprese oltre che contribuire a un ulteriore compressione dei consumi».
Inizierà a piovere a dirotto da martedì 11 novembre. Una pioggia che non c’entra col maltempo ma con le scadenze fiscali e tributarie che inonderanno i contribuenti italiani negli ultimi due mesi dell’anno. Nemmeno il tempo di riprendersi dal pagamento della Tasi che già è tempo di cominciare a pensare al prossimo salasso. E si comincerà, appunto, da martedì 11 novembre, con la scadenza del modello 730/2014 integrativo, per considerare poi le ritenute in capo ai lavoratori autonomi, la liquidazione mensile e trimestrale dell’Iva, e, per fermarsi a lunedì 1 dicembre, gli acconti Irpef, Ires e Irap, per un totale di 17 scadenze di cui tener conto. Facendo un rapido calcolo e arrivando fino a fine dicembre è possibile calcolare che nelle casse del fisco italiano arriveranno in totale circa oltre 91 miliardi di euro. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha stimato che il peso che graverà sui contribuenti veneti sarà di circa 8,55 miliardi e, in particolare, quello sui contribuenti padovani sarà di 1,75 miliardi, considerando nell’insieme imprese e famiglie.
C’è poco da girarci attorno: non è certo la situazione ideale per il tanto auspicato rilancio dell’economia. «Molte delle scadenze di novembre e dicembre riguardano appuntamenti mensili previsti. Di fatto, però, è evidente che creeranno problemi a numerose imprese, soprattutto alle più piccole, quelle che hanno più difficoltà nell’accesso al credito e nel reperire liquidità, in un periodo in cui occorrerà versare anche le tredicesime ai dipendenti» sottolinea Davide D’Onofrio, direttore di Confapi Padova, l’Associazione delle Pmi del territorio. «Occorre ribadirlo: solo con la diminuzione del carico fiscale su una parte considerevole delle famiglie e delle imprese i consumi potranno ripartire, tornando dare a respiro anche alle attività commerciali e artigianali che vivono basandosi in gran parte sulla domanda interna. Imprese e consumatori sono schiacciati da una morsa che ne compromette la capacità di spesa e di generare ricchezza. Inoltre», aggiunge D’Onofrio, «resta l’amara consapevolezza della destinazione di queste risorse levate alle imprese e ai lavoratori. Un grande sacrificio che non vede riscontro nelle necessarie riforme che ci aspettiamo nel paese e nella definizione di una politica industriale di medio-lungo termine che sappia offrire nuove prospettive che diano un significato positivo a questo ulteriore salasso».
E il guaio è che il carico fiscale potrebbe, invece, addirittura aumentare, se il Governo non riuscirà a tagliare la spesa pubblica nella misura prevista. La Legge di stabilità prevede un aumento dell’Iva al 24% nel 2016, mentre nel 2018 potrebbe sfondare il tetto del 25,5%: come già evidenziato da Fabbrica Padova, ciò comporterebbe un carico di imposte indirette di circa 239 milioni nel 2016, 343 nel 2017 e addirittura 412 milioni nel 2018. «E’ chiaro che le difficoltà di oggi hanno origini lontane» conclude D’Onofrio, «ma se il Governo non riuscirà a breve a ridurre sprechi e inefficienze a rimetterci saranno ancora una volta le imprese e i cittadini tutti. Le nostre imprese e i loro dipendenti sarebbero ancora una volta chiamati a pagare il conto lasciato da amministratori incapaci».