Si fa presto a dire competitività europea: l’analisi Confapi Padova

 

Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha analizzato i modelli di sviluppo di tre diverse aree industriali europee: Renania, Carinzia e Slovenia. Il presidente dell’Associazione Carlo Valerio: «Amministrazioni snelle, sistemi fiscali convenienti rispetto al resto della nazione, collegamenti logistici ottimali con tutte le aree del continente: copiamo dai migliori o spariremo».

Prendiamo esempio da chi sta ottenendo risultati migliori dei nostri. E’ con questo spirito che Confapi Padova ha analizzato i sistemi fiscali di tre aree europee non molto lontane: Carinzia, Nord Reno-Westfalia e Slovenia. Lo ha fatto per capire qual è la ricetta per rilanciare la zona industriale di Padova che, dal canto suo, negli ultimi cinque anni ha perso 327 aziende, passando dalle 5.399 del 2009 alle 5.072 attuali. Un declino che non accenna a fermarsi. «Abbiamo preso in esame tre delle aree più floride del continente, ma anche vicine dal punto di vista geografico. E’ chiaro che non abbiamo approntato questo studio per dire ai nostri imprenditori: andate all’estero, perché si sta meglio di qui. Ci mancherebbe» afferma Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. «Lo abbiano fatto, invece, proprio per lanciare un messaggio a chi ha il compito di amministrare il nostro territorio, e non mi riferisco solo alla città ma a tutta la provincia, che è coinvolta in egual misura da questo ragionamento: se si continua a ignorare quello che accade a pochi chilometri dai nostri confini, i capitali industriali continueranno ad approdare altrove e le nostre Pmi avranno sempre meno strumenti per competere e crescere».
Come ha spiegato a Confapi la dottoressa Gerlinde Gahleitner, direttore dell’Austrian Business Agency, punto di riferimento in Austria per le aziende straniere, la Carinzia offre alle imprese contributi sugli investimenti fino ad un massimo del 35%, e, sulle spese nel settore ricerca e sviluppo, fino al 60% (nel resto dell’Austria ci si ferma al 35%). Il tutto va ad aggiungersi a un sistema fiscale nazionale che non prevede alcun tipo di Irap e alcuna imposta patrimoniale, e contempla un’imposta sulle società limitata al 25%.

In Germania, poi, il land Nord Reno-Westfalia ha stabilito propri incentivi agli investimenti per la creazione di posti di lavoro a lungo termine. Lo fa sovvenzionando le piccole e medie imprese che hanno meno di 250 dipendenti fino al 25% della somma dell’investimento e fino a un massimo di 120 mila euro, come spiegano alla De International Italia, società di servizi della Camera di Commercio italo-tedesca: incentivi in un’area già di suo attraente perché è il principale polo logistico europeo, come testimoniano gli oltre 200 voli diretti alla settimana dall’Italia e le 21.600 imprese del territorio già presenti nel settore.

E in Slovenia? Può contare su un sistema fiscale tra i più semplici e vantaggiosi. L’aliquota per le persone giuridiche è al 16%, e per il 2015 si prevede un abbassamento al 15%, come sottolinea la dottoressa Tina Lukar, senior advisor di Spirit Slovenija, agenzia pubblica per la promozione d’impresa, contattata da Confapi. Ci sono poi da mettere in conto detrazioni fino al 100% sui costi della società, incentivi fiscali per gli investimenti nei beni materiali e un sistema di ammortizzazione dei macchinari e impianti più favorevole rispetto all’Italia.

«Ogni area ha le sue peculiarità e i suoi “margini di manovra”. Ma, come abbiamo visto, è possibile agire anche a livello locale per incentivare gli investimenti. Noi abbiamo solo voluto evidenziare un percorso che è possibile seguire» conclude Valerio. «Nel Padovano, per ridurre il gap con sistemi fiscali molto più vicini alle esigenze delle aziende rispetto a quello italiano, un primo passo può essere quello di abolire le imposte locali sulle attività industriali: soltanto in questo modo sarà possibile rendere l’area nuovamente attrattiva per le imprese e recuperare la vocazione manifatturiera del territorio. E’ poi fondamentale riqualificare e potenziare la diffusione della banda larga per mettersi al passo col resto del continente. Padova può inoltre contare in linea teorica su una struttura come il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo: è necessario pensare a come utilizzarlo al meglio per attirare nuove risorse europee».

UN’AUTO AZIENDALE? IN ITALIA COSTA OTTO VOLTE DI PIU’ CHE IN GERMANIA

Una nota a margine la merita il capitolo legato alle auto aziendali, con l’Italia fortemente penalizzata dal proprio regime fiscale rispetto alle altre nazioni europee.
In Italia la deduzione dei costi d’acquisto è stata ridotta al 20%. L’importo massimo di deduzione è sceso da 7.230,40 euro a 4.970,90 fino a arrivare oggi a 3.615,20 euro (costo fiscale 18.075,99 euro,) per mezzi a uso promiscuo. Se l’auto è acquistata per essere utilizzata esclusivamente per motivi aziendali, la detrazione arriva al 31,25%. In Germania si giunge invece a risparmiare ben il 62% della spesa. Praticamente il doppio. La prima differenza è nell’aliquota Iva che in Germania è del 19% ed in Italia è del 21%. Al netto dell’Iva il costo dell’auto che si può comprare spendendo – Iva compresa – 30.000 euro è di 25.210 euro in Germania e di 24.793 euro in Italia. Per effetto della differenza di aliquota l’ammontare dell’Iva è di 4.790 euro in Germania e di 5.207 euro in Italia. Ancora più importante è la detraibilità dell’Iva: in Germania è integrale, mentre in Italia si può detrarre soltanto il 40%, cioè la detrazione è di 4.790 euro in Germania e di 2.082 euro in Italia. Altra differenza riguarda la deducibilità dell’ammortamento dell’auto che in Germania è integrale e che in Italia, come già precisato, è invece limitata al 20% di 18.076 euro. Ciò significa che l’azienda tedesca potrà dedurre dal suo imponibile 25.210 euro e quella italiana soltanto 3.615,20 euro.
In Austria il limite alla deducibilità del costo di acquisto di un automobile è di 40.000,00, euro. Lo stesso importo vale per le auto acquistate in leasing o mediante noleggio a lungo termine.
In Slovenia, particolarmente favorevoli sono le detrazioni per deprezzamento sulle autovetture, che arrivano fino al 20% annuale.

Le analisi dettagliate delle politiche fiscali di Carinzia, Nord Reno-Westfalia e Slovenia a questi link:

http://www.confapi.padova.it/notizie/archivio/novembre-2014/in-austria-fanno-cosi/

http://www.confapi.padova.it/notizie/archivio/novembre-2014/perche-la-renania-attira-investimenti-e-il-veneto-no/

http://www.confapi.padova.it/notizie/archivio/novembre-2014/zero-tasse-o-quasi-ecco-come-la-slovenia-cerca-investimenti/