Traguardo raggiunto per la raccolta firme della Lega Nord di Padova che questa mattina ha messo in piazza cinque banchetti più altri gazebo mobili con l’obiettivo di cacciare Giuseppe Salvatore Riina da Padova.
Ad una settimana dall’arrivo del figlio di Totò Riina in città i militanti della Lega hanno raccolto oltre mille firme. Ad aderire allo slogan “Cacciamo i mafiosi da Padova, rimandiamo Riina in Sicilia” oltre ai militanti della prima ora del Carroccio anche tanti passanti impegnati nello shopping del sabato. “E mica solo veneti” scandiva l’ex sottosegretario all’istruzione Mariella Mazzetto, consigliere comunale a Padova, abbracciando Rossella Pastò, palermitana doc che ha apposto la firma su uno dei moduli di raccolta firme. “Sono palermitana ma questo non vuol dire che sono a favore della mafia – spiegava timidamente la signora Pastò, in città per alcune visite mediche – la famiglia Riina ha segnato negativamente la storia d’Italia, non vorrei che ora rovinasse il Veneto”.
Trecento le firme raccolte a fine mattinata in piazza dei frutti, tutte custodite gelosamente da un militante sotto la sella dello scooter “ho paura che vengano i no global a rubarcele ed a rovesciarci il banchetto come è già avenuto altre volte”, dice l’attivista, fazzoletto verde al collo, mostrando con circospezione i moduli con le firme.
“Riina non ha mai rinnegato quanto fatto da suo padre e da lui in prima persona – spiega Roberto Marcato, vice presidente della Provincia di Padova – noi da Mario Monti non vogliamo che ci mandi i mafiosi in soggiorno obbligato ed i loro figli. Vogliamo i soldi che mancano alle amministrazioni locali per pagare i debiti nei confronti delle aziende che hanno fatto lavori pubblici e che ora rischiano di fallire”.
Rimane il più stretto riserbo da parte dei vertici dell’associazione “Noi famiglie contro il degrado” che conferma che Salvuccio Riina ha iniziato a lavorare con mansioni di segretariato sociale, ma che parlerà, forse, la settimana prossima, a raccolta firme conclusa.
