Adriano Cestrone: “Il nuovo ospedale di Padova? Si puo’ fare demolendo il vecchio”

 

Il nuovo ospedale va bene farlo sul vecchio, e se nel 2006 ho detto il contrario è perchè non c’era ancora la crisi. Si può fare per stralci, spostando l’obitorio al cimitero maggiore e dove c’è adesso l’obitorio e la centrale elettrica e termica si possono realizzare pediatria e ostetrici e ginecologia. La centrale elettrica e termica? Si spostano all’ex Macello. Poi si demoliscono le cliniche eccetto ortopedia che andrà giù per ultima e si passa successivamente a demolire il monoblocco (dove sorgerà un parcheggio e n centro congressi). Poi si demoliscono la centrale termica e la radioterapia, che così com’è è indecente). Al posto delle cliniche si realizzerà il nuovo blocco unico con pronto soccorso, chirurgie più terapie intensive e spazi per la ricerca. Il policlinico invece va bene com’è per almeno quindici anni. Anche lì nuovi spazi per la ricerca e per il day surgery. Qualcuno dice che è impossibile e che la decisione è tutta tecnica”. Clicca qui per vedere la prima parte della conferenza stampa tenuta oggi dall’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova Adriano Cestrone

Questa in estrema sintesi la posizione dell’ex direttore sanitario, poi direttore generale dell’azienda ospedaliera Adriano Cestrone che ha voluto oggi durante una conferenza stampa di più di un’ora illustrare il suo pensiero, in qualità di componente della commissione comunale incaricata dal sindaco Massimo Bitonci di studiare un pano di riammodernamento dell’attuale ospedale, assieme ad alcuni dirigenti del Comune ed all’architetto Gianfranco Zulian (clicca qui per vederne la storia professionale) pensionato del Comune già attivissimo componente della lista civica Con Ivo Rossi per Padova. Lo stesso ex dirigente che predispose il Pati che contiene l’indicazione del nuovo ospedale a Padova ovest.

Secondo Cestrone il project a Padova ovest non s’ha da fare soprattutto perchè c’è di mezzo la società Palladio finanziaria, già coinvolta nello scandalo del Mose. “Le stesse persone che sono coinvolte nel Mose sono coinvolte nell’ospedale di Padova ovest. Io ho sempre lavorato per il pubblico tutta la mia vita. Avrò fatto errori, ma li ho sempre fatti con la testa e con il cuore e senza pensare a non prendere le decisioni. tante volte è più facile non fare che fare” ha detto Cestrone, letterale, durante il dialogo con i cronisti.
“Io credo che, e sono sicuro che qualcuno me ne da atto, io ho difeso sempre l’ospedale di Padova ed ho difeso l’università, e ho rischiato anche di restare a casa per questo motivo. L’avete letto l’accordo tra Ruscitti e Milanesi per una mia sostituzione. Se ricordate la prima stazione appaltante dell’ospedale di Padova che, allora si chiamava Patavium, non fu affidata a me, fu affidata a Ruscitti.
Forse perchè sono un cane sciolto”.
Spiega Adriano Cestrone, che i soliti maligni avrebbero dipinto fino a qualche mese come uomo molto fedele a Giancarlo Galan. Ora Galan è in carcere e il pensionato Cestrone ha trovato un nuovo ruolo, da cui prendersi qualche rivincita verso chi gli è succeduto.

“Con il mio pensionamento non c’è più stato questo problema – ha aggiunto Cestrone – A posteriori sono stato felice di essere stato escluso dal project: sono cambiate enormemente le condizioni economiche di questo Paese e non possiamo permetterci delle condizioni eccessive.
Perchè non funziona il project in Veneto? Non ci sono tecnici che abbiano conoscenza approfondita del project e non ci sono studi che descrivano questi problemi
L’esperienza del Veneto la vediamo dappertutto che risultati ha dato. Il fatto di rivedere questa situazione, io non dico che sia obbligatorio restare nel vecchio ospedale, ma almeno trovare una situazione terza”.
Circa l’ipotesi di mantenere il Sant’Antonio quale opsedale dei padovani Cestrone ha aggiunto: “L’ospedale dei padovani è una cazzata: sarebbe punitivo nei confronti dell’università. Se si fa l’ospedale nuovo sul vecchio sedime ci vorranno 4 anni o 5 per pediatria 4 o 5 per demolire il resto.
Quello che servirà saranno 1500 posti letto, un tot di spazio a disposizione del malato e 30% di spazio in più a disposizione della ricerca”.

Secondo l’esperto dirigente medico è piuttosto improbabile che si prenda una decisione a livello regionale prima delle prossime elezioni per il rinnoo di Giunta e consiglio regionale.

“Credo che il prossimo anno – ha aggiunto Cestrone – la Regione e il sindaco di Padova potrebbero nomininare una commissione che dica qual’è la soluzione che costa di più. Certo occorrerebbe che la commissione fosse una commissione autonoma. Secondo me sarebbe il caso di farlo”. Un referendum? “Un referendum sarebbe sbagliato. Quando questo territorio era governato da gente più seria dell’attuale, mi riferisco ai tempi della Serenissima, se qualcuno discuteva con il magistrato alle acque delle sue competenze, questi andava in galera. Con questo voglio dire che non si può far decidere al primo che passa per la strada su un tema così complicato”.

Sulle vicende che riguardano la sua messa in mora in relazione a una indagine della Corte dei Conti sull’appalto dei pasti all’ospedale di Padova, Adriano Cestrone, ha preferito glissare.

Alberto Gottardo